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Bagnoli, i dubbi di una riqualificazione in zona rossa

Il progetto prevede la realizzazione di case, alberghi e uffici ma l'escalation dei Campi Flegrei ha riportato all'ordine del giorno il rischio sismico

Il paradosso di costruire in piena zona rossa durante una crisi sismica. E' quanto dovrebbe accadere per la riqualificazione di Bagnoli, il progetto per il quale è stato incaricato un Commissariato di Governo, affidato al sindaco di Napoli Manfredi, che prevede anche la realizzazione di case, alberghi e uffici. 

Edifici che non sarebbero realizzati subito, ma solo dopo il completamento della bonifica, la quale procede con estrema lentezza. A prescindere dai tempi, i dubbi su costruzioni così imponenti in un quartiere che rientra in una zona rossa a rischio sismico e vulcanico restano tutti.

Anche perché, sul fronte vesuviano in zona rossa vige il divieto di edificabilità. Così come non è possibile realizzare nuovi edifici nel Comune di Pozzuoli, confinante con Bagnoli. La politica, però, ha mostrato già in passato di poter cambiare le regole in corsa. A Napoli Est, per esempio, furono cambiati i confini tra zona rossa e gialla per la costruzione dell'Ospedale del Mare. Il progetto era in zona rossa, quindi vietata, ma quando si iniziò la costruzione l'area era già diventata zona gialla. 

Allo stato attuale, nonostante la crisi in atto, nessuna autorità ha ancora posto il problema. La bonifica di Bagnoli e la conseguente riqualificazione, affidate a Invitalia, attraggono anche molti interessi. In primis economici, visto che fino a oggi, secondo la Corte dei Conti, sono stati spesi oltre 900 milioni pur senza benefici tangibili. Senza considerare che sono stati stanziati altri 230 milioni. Il progetto, inoltre, contiene anche il destino dei residenti di Borgo Coroglio che dovrebbero ricevere nuove abitazioni. 

Prima o poi tra Comune di Napoli, Commissariato alla bonifica e Governo qualcuno dovrà porsi il problema. Si può proseguire un progetto edilizio così imponente in una zona per quale, a oggi, si parla addirittura di rischio evacuazione? E' questo il paradosso che riguarda una delle più clamorose emorragie di fondi pubblici di questo paese.  

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