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Vomero Vomero / Via Michele Kerbaker

Commercio al Vomero al collasso, chiude anche Eldo in via Kerbaker

"I negozi della zona collinare sono strangolati dal caro fitti": questa la denuncia del presidente del Centro Commerciale Vomero Arenella e consigliere di Confimprese Italia Enzo Perrotta

La crisi del commercio al Vomero non accenna ad arrestarsi e con la querelle Fnac che tiene ancora banco, con lo slittamento del passaggio alla Dps Group, sabato scorso ha chiuso i battenti anche Eldo in via Kerbaker.

Tra le cause di quella che è diventata ormai una vera e propria emergenza, c'è anche il caro fitti, come denuncia da tempo il presidente del Centro Commerciale Vomero Arenella e consigliere nazionale di Confimprese Italia, Enzo Perrotta.

“Noi esercenti – spiega Perrotta ad Erica Rinaldi di Paralleloquarantuno – non possiamo certo cambiare sede ogni volta che il canone aumenta. La prova evidente è il Bar Daniele che, una volta sloggiato dagli storici locali di via Scarlatti, è praticamente scomparso”.

“Anche Fnac – prosegue – è morta di fitto. Dai 23mila euro mensili iniziali, infatti, la richiesta era arrivata a 80mila euro. Quasi un milione di euro all’anno. Aumenti spropositati che hanno portato a una desertificazione del quartiere. Nel tratto iniziale di via Scarlatti circa dieci negozi sono vuoti, con conseguenze disastrose anche sul fronte della sicurezza della zona. Per non parlare del fatto che con la liberalizzazione delle licenze non sappiamo chi arriverà”.

Cifre eccessive che pochi possono sostenere. “E un po’ di colpa – ammette Perrotta – la hanno anche le grandi catene commerciali che, pur di accaparrarsi i locali nelle zone più prestigiose, sono disposte a pagare cifre completamente fuori mercato. Tra il Vomero e l’Arenella, ci sono circa 100 esercizi commerciali sfitti. La cartina di tornasole di quanto la situazione sia degenerata è la storia di un bar completamente allestito nei pressi del ponte di via Cilea, stiamo parlando di un locale di circa 360 metri quadrati, che i gestori hanno preferito chiudere dopo appena sei mesi. Perdendo oltre 200mila euro di arredi. Anche lì pagavano soltanto di fitto quasi 9mila euro”.

“Mi piacerebbe - conclude Perrotta - che il sindaco e il prefetto aprano un tavolo di confronto sull’argomento. Invece stiamo assistendo ad una morte silente della categoria, urlata solo da noi. Per salvare il commercio non servono certo i centri commerciali naturali. Bisogna, invece, pensare ad un circuito per cercare di attrarre i consumatori”.

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