Centro Fkt di Via Preti, dipendenti senza stipendio da 9 mesi

La situazione dei centri fisiokinesiterapici di Via Mattia Preti 4 e di Via Sagrera 5 si fa sempre più delicata. I dipendenti dei centri riabilitazione hanno infatti incrociato le braccia nelle giornate di lunedì e martedì per reclamare il loro diritto allo stipendio, che manca da ben 9 mesi.

"L'azienda continua, in modo irresponsabile, a negare le 9 mensilità ai lavoratori, trincerandosi ancora dietro ai soliti alibi dei ritardi di pagamenti dell'Asl Napoli 1", si legge in un comunicato, a firma dei sindacati Cgil e Cisl, apposto all'esterno del centro.

"Non è nostro compito risolvere tali problematiche; nostro preciso dovere, anzitutto morale nei confronti di un'utenza debole e bisognosa di assistenza, è quello di lavorare con efficienza ed amorevolezza, ma a fronte di un così importante dovere, vantiamo il diritto sacrosanto di percepire un salario proporzionato all'impegno e alla dedizione profusi. Invece siamo nuovamente alla rincorsa degli stipendi negati, ormai 9, che non si sa come e quando arriveranno", proseguono i lavoratori.

"Questa drammatica situazione si complica ogni giorno di più in quanto il Centro ha prospettato a breve dei licenziamenti, mettendo così a rischio i livelli assistenziali in uno dei quartieri più popolosi della città. La serenità lavorativa di cui si necessita per lo svolgimento di prestazioni sanitarie verso un'utenza portatore di handicap, ci viene quotidianamente negata e questo dramma sociale, che stanno vivendo i lavoratori e l'utenza, si consuma tra l'indifferenza dell'amministrazione del Centro e delle Istituzioni (Regione Campania e Asl Napoli 1)".

"I lavoratori tutti - conclude la nota - sono ormai stanchi di non vedere mai un segnale d'uscita da una condizione di precarietà e con il continuo ricatto di una presunta e minacciata perdita del posto di lavoro, stanchi di rincorrere sempre il solito mandato da parte delle Asl. Al giorno d'oggi il disagio, che nei mesi è andato crescendo, non consente più ai terapisti di poter continuare a lavorare senza alcuna forma di protesta".