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Cronaca Afragola / Via Calvanese

Crollo della palazzina di Afragola: ventitré avvisi di chiusura indagine

La tragedia nel luglio 2010. Tre vittime: una giovane coppia di sposi, Pasquale Zanfardino ed Enrica Tromba, e un'anziana, Anna Cuccurullo. La nipotina di quest'ultima, 10 anni, rimase ferita

Ventitrè avvisi di chiusura delle indagini preliminari sono stati emessi dalla procura di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sul crollo di una palazzina avvenuto ad Afragola nel luglio del 2010 dopo forti piogge. Tre le vittime: una giovane coppia di sposi, Pasquale Zanfardino ed Enrica Tromba, ed un'anziana, Anna Cuccurullo. La nipotina di quest'ultima, Imma Mauriello, di 10 anni, rimase ferita.

Ventuno persone rispondono di omicidio colposo, lesioni colpose e crollo di costruzioni: venti sono i comproprietari del cortile in cui si trovava l'edificio, in via Calvanese. A loro si aggiunge Domenico Di Maso, responsabile legale della ditta incaricata della manutenzione della rete fognaria pubblica di Afragola e, quindi, anche di provvedere al controllo dell'efficienza del tratto fognario che scorre al di sotto di via Calvanese.

Secondo il pm Giovanni Corona, i comproprietari del cortile non hanno adeguato l'impianto di raccolte delle acque reflue nè sostituito il corsetto fognario originario, ormai divenuto obsoleto, nè hanno mai controllato quale fosse il suo stato o compiuto operazioni di manutenzione straordinaria. Domenico Di Maso, invece, non ha compiuto in maniera tempestiva e cadenzata la manutenzione straordinaria del condotto fognario pubblico che scorre nel sottosuolo di via Calvanese e, in particolare, non ha evitato che nel condotto si sedimentasse materiale che ne diminuiva la portata. Di conseguenza, le forti piogge del luglio 2010, aggiungendosi alle precedenti infiltrazioni, hanno provocato il crollo.

Il crollo di Afragola, un anno dopo - Foto V. Scotti


Indagati anche il vicesindaco di Afragola, Antonio Pannone, ed il dipendente dell'ufficio tecnico Antonio Esposito. Sono accusati di favoreggiamento e violazione di sigilli: dopo il sequestro probatorio dei luoghi disposto in seguito al crollo, avrebbero violato i sigilli e modificato senza alcuna autorizzazione lo stato dei luoghi, in particolare sostituendo il corsetto di scolo che aveva ceduto con un altro in pvc; in questo modo avrebbero tentato di aiutare Di Maso. Per Pannone il pm ravvisa l'aggravante di aver commesso il fatto rivestendo la qualità di custode giudiziale dell'area. (Ansa)
 

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