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Cronaca Corso Secondigliano

Hashish in cella, condannato l'attore di Robinù Mariano Abbagnara

Il giovane ha già all'attivo una condanna per omicidio (sedici anni), fu protagonista di una violenta rivolta nel carcere di Airola ed è ritenuto elemento di spicco del clan D'Amico. Ebbe un ruolo principale nel docufilm di Santoro trasmesso sulla Rai

È stata la reazione smodata del cane antidroga a far insospettire gli agenti della polizia penitenziaria che hanno voluto vederci chiaro ed hanno perquisito il detenuto e attore cinematografico Mariano Abbagnara mentre transitava nei corridoi del carcere di Secondigliano per recarsi al passeggio con i compagni di cella. Come si ricorderà, Abbagnara è stato il protagonista principale del
film-documentario “Robinù, diretto da Michele Santoro e andato in onda nelle sale cinematografiche, trasmesso anche dalla Rai in prima serata. All’esito della perquisizione addosso al detenuto sono stati rinvenuti oltre 50 grammi di hashish, occultati negli slip. Così si è proceduto all’arresto in flagranza di reato. Oggi si è tenuta l’udienza di convalida dell’arresto, e il Pubblico Ministero ha contestato all’Abbagnara il delitto di detenzione di stupefacente finalizzato allo spaccio con aggravanti.

Mariano Abbagnara su suggerimento del suo avvocato Vannetiello ha chiesto il rito abbreviato. La richiesta del PM era di un anno, ma il Giudice ha deciso che lo spaccio era di lieve entità, condannandolo a sei mesi di reclusione. Ricordiamo che Abbagnara è gravato già da una condanna per omicidio (16 anni di reclusione) che da una ordinanza di custodia cautalere per associazione camorristica in quanto ritenuto elemento di spicco del clan D'Amico - ipotesi di cui si discuterà a stretto giro al Tribunale del riesame - e infine per una rivolta nel carcere minorile di Airola (devastazione delle celle e lesioni agli agenti).

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