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Volodymyr, fisico ucraino al Cnr di Napoli: "La guerra può diventare mondiale"

Le parole dello studioso che lavora nel capoluogo partenopeo dal 2003

Anche la ricerca è coinvolta dalla guerra in Ucraina, dove "università, laboratori e centri sono chiusi da una settimana". A raccontarlo all'Adnkronos Salute è Volodymyr Tkachenko, fisico ucraino che dal 2003 è al Cnr di Napoli.

"Non credo che le attività ripartiranno se non finiranno le ostilità – spiega Tkachenko – E bisogna che ci sia il massimo impegno internazionale per spegnere il più rapidamente possibile questo conflitto. Una volta archiviata questa brutta pagina, poi, ci sarà bisogno dell'aiuto e del sostegno internazionale per far rinascere la ricerca nel Paese".

Il fisico è attualmente impegnato in un progetto per la messa a punto di sensori per biomarker della malattia di Alzheimer. In Ucraina, spiega, "nonostante la presenza di ottimi scienziati, la ricerca è in crisi da diversi anni per mancanza di finanziamenti. Era abbastanza autorevole negli anni '80 e '90 ma, nel tempo, si è indebolita per diversi fattori, anche politici. Credo che le ultime tecnologie avanzate per noi fisici sia stato possibile acquistarle alla fine degli anni '90. E anche il ricambio generazionale non c'è stato. La guerra sarà un ulteriore danno anche per la scienza del Paese, come per tutto il resto".

"Per il futuro – conclude lo studioso – l'aiuto, quindi, sarà quanto mai necessario. Anche per far crescere una cultura più europea e farla radicare nei diversi settori. Ora però il nostro sforzo, quello di tutti, deve essere a far cessare questa guerra che è terribile e pericolosa, perché può allargarsi e diventare mondiale".

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