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Domenica, 28 Aprile 2024
Attualità Capri

Un tesoro archeologico recuperato nel mare di Capri

Alcuni blocchi in pietra lavorata, parte dell'arredo scultoreo del ninfeo imperiale della villa romana di Gradola, sono stati recuperati a largo dell'isola

Alcuni blocchi in pietra lavorata, presumibilmente parte dell'arredo scultoreo del ninfeo imperiale della villa romana di Gradola, posta immediatamente al di sopra della Grotta Azzurra di Capri, sono stati recuperati nel mare che bagna l'isola. Tra di essi spicca un blocco sagomato, forse pertinente ad una base di statua.

Le preziose evidenze archeologiche sono emerse dal mare dalla Grotta Azzurra grazie alle ricerche della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'Area Metropolitana di Napoli, in stretta collaborazione con la Direzione Regionale Musei Campania, il Comando Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli e il Comando Carabinieri Nucleo Subacqueo di Napoli.

Dopo un'attenta indagine condotta in seguito a segnalazioni pervenute nel corso degli anni e allo studio approfondito della documentazione d'archivio, la Soprintendenza ha deciso di eseguire rilievi sul fondale della Grotta Azzurra, che in antico era un sontuoso ninfeo imperiale, legato alla soprastante villa romana di Gradola, i cui resti sono ancora ben visibili anche da mare. I nuovi rilievi hanno permesso di individuare sul fondale i blocchi di pietra lavorata.

Partiti dal porto di Napoli con la motovedetta dei Carabinieri del Nucleo Subacquei di Napoli, il soprintendente Mariano Nuzzo e i funzionari del Ministero della Cultura sono salpati nei giorno scorsi alla volta di Capri. Davanti alla Grotta Azzurra i sommozzatori hanno identificato uno dei reperti scultorei già individuati dagli archeologi della Soprintendenza, parte di una statua in marmo, e grazie a due palloni hanno portato il blocco fuori dalla grotta attraverso l'apertura posta a circa 3 metri di profondità. Da qui il reperto è stato issato sulla motovedetta e portato al porto di Capri. Grazie al supporto e alla sempre proficua collaborazione con il Comune di Capri e di Anacapri il reperto è stato trasportato temporaneamente nel palazzo del Municipio in attesa di essere portato presso i depositi della Certosa di San Giacomo, dove sarà restaurato, studiato e infine valorizzato.

"La tutela dei siti archeologici di Capri insieme allo studio e la ricerca sono il primo passo verso la migliore valorizzazione del patrimonio culturale, per tutti fruibile e accessibile", sottolinea il soprintendente Mariano Nuzzo.

Nel 1964 e nel 1975 l'allora soprintendente Alfonso de Franciscis aveva già recuperato cinque statue e numerosi frammenti che rappresentavano Nettuno e il suo corteo composto di mostri marini, i Tritoni. La scoperta fu salutata da tutti i giornali dell’epoca e il recupero fu acclamato da una grande folla. Le cinque sculture sono oggi esposte all'interno del Museo della Grotta Azzurra presso la Casa Rossa di Anacapri, fruibili attraverso un rinnovato allestimento realizzato dal Ministero della Cultura e dal Comune di Anacapri. (AdnKronos)

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