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Domenica, 28 Aprile 2024
Calcio

Sfogo social dell'attaccante: "A Scampia giovani arbitri pieni di pregiudizi. Basta essere trattati così"

Mario Ramaglia, attaccante dell'Oratorio Don Guanella Scampia, si è sfogato sui social dopo la gara contro la Neapolis

“Non sono solito scrivere di calcio sui social perché se una persona gioca in queste categorie lo fa solo per passione. Se uno sposa il progetto Oratorio Don Guanella, lo fa per degli ideali che vanno oltre lo sport”, inizia così il post su Facebook dell’attaccante Mario Ramaglia, tesserato con il club di Scampia, impegnato nel Girone A di Promozione.

Poi lo sfogo: “Quella di oggi è stata una bella partita contro gli amici della Neapolis, a cui faccio i miei complimenti, purtroppo macchiata dal comportamento scostumato e irrispettoso di un arbitro che ha tenuto gli animi in campo sempre caldi. Gli errori tecnici ci possono stare, ma se sono dettati da un pregiudizio nei confronti di Scampia allora c’è da preoccuparsi, se in questo sport esistono ancora gli ideali. A 34 anni e in 20 di calcio mi sono sempre rivolto con il lei e in maniera rispettosa nei confronti degli arbitri perché così sono stato educato. Ed è una cosa bruttissima che un ragazzino, poco più che ventenne, si rivolga in maniera scostumata nei miei confronti e in quelli della squadra, quando solo per l’anagrafe bisognerebbe avere rispetto a priori. È la terza volta che giochiamo in casa a Scampia e la federazione manda giovani arbitri pieni di pregiudizi nei nostri confronti, con terne che non collaborano tra di loro semplicemente perché non si conoscono in quanto provenienti da paesi diversi. È brutto essere trattati in questa maniera. Sono stati usati dei vocaboli in campo che non utilizzerei nemmeno con il peggior essere umano al mondo. In un momento della partita ho ricevuto un colpo alla testa che ha fatto meno male delle parole che mi sono state riferite dal direttore di gara. Frasi del tipo “stai zitto” o “qui comando io” non penso facciano bene al calcio”.

Poi il chiarimento: “Il mio post è un invito alla federazione a fare delle valutazioni più specifiche perché così diventa dura giocare, divertirci e soprattutto dare un giusto esempio ai giovani che si allontanano sempre di più da questo sport”.

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