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La pizza napoletana più economica (e buona) si trova a New York

L'eco della polemica sul costo della pizza napoletana è arrivata fino alla Grande Mela. Parla il presidente dei Pizzaioli napoletani negli Usa

Era il 1999 quando Roberto Caporuscio decise di far conoscere la vera pizza napoletana negli Usa: le cronache dicono che è stato lui il primo a portarla Oltreoceano.

Il presidente dei Pizzaioli Napoletani negli Usa

Cresciuto a sud di Roma, a Pontinia, Caporuscio ha iniziato producendo e vendendo formaggio per poi seguire il richiamo della pizza napoletana: per imparare il mestiere è stato infatti a studiare nella nostra città, cercando di carpire i segreti dei maestri pizzaioli.

Arrivato negli States, Caporuscio apre prima una pizzeria a Pittsburgh poi, in rapida successione, nel New Jersey, quindi a New York City dove, nel 2009, inaugura Kesté Pizza & Vino in Bleecker Street (poi spostatasi a 66 Gold St.). Seguono  Don Antonio a Midtown, nel 2012, e poi Kestè Pizza Go, innovativo servizio di delivery, che consente alla pizza di Caporuscio di arrivare su tutto il territorio statunitense.

50 Top Pizza America

Oggi Roberto Caporuscio è presidente dell'Associazione Pizzaiuoli Napoletani in America ed è anche uno dei principali ambasciatori del made in Italy e della pizza di qualità a New York, tanto che è nella classifica americana “50 Top Pizza”.

È anche un volto noto televisivo, dopo la sua partecipazione al famoso show culinario “A tavola con Guy”, condotto da Guy Fieri, (in onda su Food Network dal 2007), in cui quattro chef si sfidano tra di loro.

Il costo della pizza negli States

Caporuscio, per la sua pizza napoletana, da sempre sceglie materie prime di qualità, rigorosamente importate dall’Italia: i pomodori di Salerno, la mozzarella di bufala di Caserta, l'olio extra vergine siciliano e ancora il prosciutto di Parma, il Tartufo Urbani, la Mortadella Bologna, la Finocchiona IGP, il Parmigiano Reggiano e molte altre eccellenze italiane.

Nel suo menù anche una pizza realizzata con farina senza glutine, particolarmente apprezzata anche dai millennials, tanto che rappresenta il 28% del fatturato delle sue pizzerie.

Caporuscio molto tempo prima della polemica innescata da Flavio Briatore sul costo della pizza di qualità ha puntato sul binomio prezzi popolari e materie prime eccellenti: nel suo menù, infatti, ci sono ben tre pizze a 5 dollari. “Oggi, purtroppo, dopo il Covid, gli effetti economici della guerra in Ucraina si fanno sentire ovunque e i costi per realizzare una pizza napoletana a regola d’arte sono lievitati di circa il 30%, oltre alla difficoltà nel reperimento dei vini italiani più prestigiosi. Ma il mio obiettivo con Kestè è continuare a far apprezzare - agli americani e agli italiani in viaggio in America - la vera pizza napoletana a prezzi contenuti, mantenendo inalterata la qualità”, tiene a dire Roberto Caporuscio.

Pizzerie: il record degli Usa

Gli Stati Uniti vantano il primato per numero di pizzerie: ben 90mila, secondo la ricerca statistica condotta da BoldData. E sarebbero state 100mila fi dal 2021 se non la pandemia non avesse rallentato l'economia.

L’Italia, il Paese che ha inventato la pizza, è solo al secondo posto con oltre 42 mila pizzerie. Con poco più di 30 mila, il Brasile occupa il terzo posto.

Lo Stato americano con più pizzerie è la California, seguito da New York, metropoli che, con 7.190 ristoranti, ha alimentato il mito del cibo italiano nel quartiere di Little Italy, oggi meta turistica tra le più gettonate della Big Apple.

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