rotate-mobile
Salute

Sindrome dell’ovaio policistico, quali sono sintomi e come si cura: risponde il ginecologo

“Si tratta di un disturbo endocrino-metabolico che colpisce il 10% delle donne in età fertile. E' una delle principali cause di infertilità femminile per questo motivo deve essere trattata e mai sottovalutata”. L’intervista al dott. Ciro Perone

  • Come viene diagnosticata la PCOS?

“Fondamentale è sempre l’anamnesi, dove in un colloquio accurato e completo si mettano in luce i disturbi e i segni della malattia, ed anche l’ordine cronologico della loro comparsa. L’insorgenza dei sintomi intorno alla pubertà, con una lenta progressione dei segni, farà orientare per una PCOS, diversamente da segni di iperandrogenismo insorti in età più adulta, con un peggioramento rapido, che possono deporre più frequentemente per un iperandrogenismo di origine tumorale. Sarà poi utile procedere con un esame obiettivo volto a ricercare le manifestazione di virilizzazione. La conferma diagnostica deriverà da esami ormonali, ottenibili tramite un semplice prelievo ematico e da un’ecografia pelvica che permetterà di identificare ovaia aumentate di volume, sede di numerose formazioni cistiche di piccole dimensioni. E’ d’obbligo precisare che i singoli elementi riscontrati separatamente servono a ben poco, solo l’integrazione di tutti i dati (storia, sintomi e segni, valori ormonali e quadro ecografico) permetterà di giungere ad una diagnosi corretta”.

  • Che conseguenze può portare nel lungo termine? Può causare infertilità?

“E’ importante subito precisare che la PCOS non è un sinonimo di sterilità e che le donne affette dalla Sindrome dell’ovaio policistico, opportunamente seguite, possono coronare il loro sogno di diventare mamme. Tuttavia, considerate le implicazioni metaboliche della sindrome e la presenza di cicli irregolari, diventa molto più complicato determinare la fase ovulatoria che può mancare anche per diverso tempo. E’ questo il motivo per cui la PCOS rappresenta una delle cause endocrine più comuni di infertilità femminile. A questo si aggiunge che l’iperandrogenismo e l’iperinsulinemia, spesso associate, peggiorano la qualità ovocitaria e l’ambiente intrafollicolare. Ma questa Sindrome può non solo rendere difficile una gravidanza, ma, dopo il concepimento, può costituire anche un maggiore rischio di diabete gestazionale, ipertensione, pre-eclampsia, aborti spontanei e nascite premature”.

  • Qual è la sua incidenza in Italia?

“La sindrome dell’ovaio policistico colpisce il 5-10% delle donne, insorge nel periodo puberale ed è considerata, come ho già detto, l’alterazione endocrina più comune in età fertile”.

  • Come viene curata? Quali sono le opzioni terapeutiche?

“Il trattamento della sindrome dell’ovaio policistico si basa sull’interruzione del circolo vizioso che è alla base della condizione. Solitamente, agendo su più livelli contestualmente, si riesce ad ottenere una risoluzione adeguata della problematica. Fondamentale è la riduzione del peso corporeo per ridurre la formazione periferica di androgeni, per questo in tutte le pazienti viene proposto un regime alimentare volto al dimagrimento. La strategia, invece, sarà diversa a seconda dell’età e del desiderio riproduttivo della donna. Per le giovani donne non desiderose ancora di prole, il trattamento che offre risultati significativamente più vantaggiosi è sicuramente la somministrazione di estroprogestinici, la cosiddetta pillola anticoncezionale, volta a ridurre la produzione di androgeni da parte dell’ovaio. Per le donne, invece, che hanno come principale obiettivo risolvere la sindrome per avere un bambino, sarà fondamentale utilizzare farmaci che abbiano come finalità quella di stimolare le ovaie per farle ovulare”.

  • In che modo può incidere l’alimentazione sulla PCOS?

“Come per molte patologie, lo stile di vita è fondamentale per la risoluzione della problematica, ma più di chiunque altro, la donna affetta da PCOS trae beneficio da sane abitudini a tavola. Un’alimentazione varia ed equilibrata, ricca di antiossidanti, frutta, verdura, legumi, e più in generale di alimenti con basso indice glicemico e ad alto contenuto di fibre, aiuta chi ne è affetta a ripristinare lo stato di salute. Un tipo di alimentazione volta a favorire una perdita di peso, fondamentale per ridurre i livelli di insulina e di estrogeni, è sicuramente tra i cardini dell’approccio terapeutico. Oggi si discute molto sulla necessità di acquisire un corretto stile di vita fin dalla giovane età che promuova lo sport e l’esercizio fisico, importante per ridurre l’insulino-resistenza. La Sindrome dell’ovaio policistico è la tipica condizione in cui la corretta alimentazione gioca un ruolo chiave, ed è per questo che è fondamentale sensibilizzare sul tema soprattutto le  giovanissime, anche con progetti nelle scuole e in altri contesti di socializzazione. Un inquadramento diagnostico ed un trattamento personalizzato che inizi da un corretto stile di vita, farà il resto”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sindrome dell’ovaio policistico, quali sono sintomi e come si cura: risponde il ginecologo

NapoliToday è in caricamento