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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

De Luca: "Senza Napoli, l'Italia non sarebbe l'Italia. Qualcuno al nord non se ne rende conto"

Il presidente della Regione Campania in occasione della presentazione della mostra "Hostia. Pier Paolo Pasolini": "La nostra forza è l'umanesimo. Se perdiamo l'anima in questa comunità, abbiamo perduto tutto"

"Napoli raccoglie il meglio e il peggio che esiste al mondo. Senza Napoli, l'Italia non sarebbe l'Italia. Qualche mio collega del Nord non se ne rende conto. Questa è la terra del pensiero filosofico, dell'arte. Non ci sarebbe la musica in occidente senza Napoli, il teatro, la filosofia. Questa è una realtà contraddittoria, fatta di sangue, violenza, terra, umanesimo e arte. E Caravaggio lo aveva percepito. L'arte deve aiutarci a recuperare la dimensione del tempo. Pasolini era affascinato come tutti dalla contradittorietà strutturale che ha la realtà di Napoli. A Napoli puoi trovare la baby gang, prima che esplodesse il fenomeno in tutta Italia e in tutto il mondo, puoi trovare la delinquenza giovanile. Puoi trovare episodi di violenza atroce, e poi trovi la grande umanità: questo filone che nonostante tutto rimane vivo, presente, questa vivacità culturale. E' motivo di orgoglio per noi il contributo che abbiamo dato come istituzione alla vita culturale della città. Nessuno se ne abbia a male, ma il 90% di quello che si muove qui a Napoli lo promuove la Regione Campania, dal cinema, al teatro, alle mostre. Se perdiamo l'anima in questa comunità, abbiamo perduto tutto. La nostra forza è questa, è l'umanesimo". Questo il pensiero del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca espresso nel corso della conferenza stampa di presentazione, a Palazzo Santa Lucia, della mostra "Hostia. Pier Paolo Pasolini", di Nicola Verlato, in esposizione a Napoli per 50 giorni presso il Maschio Angioino. 

La mostra 

La mostra dell'artista veronese Nicola Verlato, curata dal professor Lorenzo Canova, storico dell'arte, e da Vittorio Sgarbi, è in programma nella città partenopea presso la Cappella Palatina del Maschio Angioino, dal 7 luglio al 27 agosto prossimo. Ad introdurre la presentazione è stato Pietro Folena, presidente dell'associazione "Metamorfosi", che si occupa da anni di grandi eventi culturali. 

"Questo è un progetto a cui sto lavorando da più di 10 anni. Pasolini di Napoli scriveva che era una città che si rifiutava di essere omologata. Di fronte a questa città, Pasolini si è interrogato. Sento il senso di responsabilità che un artista deve avere di mantenere l'umano al centro della prospettiva", ha spiegato Verlato. 

"Quando ci è stata proposta questa mostra su Pasolini da Folena e dall'associazione Metamorfosi abbiamo detto subito di sì. La sua figura ha interessato ed appassionato la nostra generazione. È stato un intellettuale che ha vissuto in maniera profonda la contraddizione che si apriva tra l'umano e la modernità. Lui ha avuto il coraggio di parlare un linguaggio di verità. Ha parlato con lucidità delle contraddizioni della sinistra e ha denunciato le mistificazioni presenti in quella tradizione politica. Certo, non aveva ancora consapevolezza dell'armocromia, ma insomma... Era un grande genio, un grande intellettuale, nell'analizzare la mutazione e l'evoluzione dei linguaggi e lo svuotamento dell'ideologia politica", ha aggiunto Vincenzo De Luca.

Il governatore campano ha parlato anche dell'assenza in extremis del co-curatore della mostra, il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, per impegni istituzionali: "Ci fosse stato quel vecchio cinghialone del mio amico Vittorio Sgarbi, ne avrebbe dette di ogni. Lui è il più grande squinternato d'Italia. Deve riposarsi un po', è un grande mistificatore, rivendica le sue 'performance' ma ormai è ridotto anche lui alla nostaglia!". 

Il legame di Pasolini con Napoli

Del legame tra Pasolini e la città di Napoli, ne ha parlato Lorenzo Canova, co-curatore della mostra, storico dell'arte e professore dell'università del Molise: "Pasolini, che era un grande appassionato di calcio, si sarebbe molto divertito con il Napoli quest'anno. Questa mostra è molto importante soprattutto per il legame che lui aveva con Napoli. È stata per lui un po' una seconda Roma. Una città come Napoli ha un'importantissima tradizione visiva e figurativa. E poi c'è il legame con Caravaggio, che per Pasolini è stato un pittore fondamentale. Napoli è un crocevia fondamentale della storia culturale dell'Occidente. Senza Napoli non si capirebbero tanti intrecci delle arti occidentali nel corso dei secoli. Verlato con questa mostra dà un contributo innovativo alla cultura, con un linguaggio classico che guarda al futuro". 

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