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Cronaca Ponticelli / Viale Carlo Miranda

"Nessuno sversamento senza bonifica". Protesta dei cittadini a Ponticelli

Il piano del Comune di Napoli è di trasferire nel cantiere abbandonato di via Carlo Miranda, tonnellate di terreno franato a Pianura. I residenti: "Prima bonificate l'area"

A Ponticelli la chiamano, ormai, la lotta del terreno. Questa mattina, in via Carlo Miranda, a Ponticelli, sono comparsi cartelli con su scritto "Il terreno non lo vogliamo". Si tratta di materiale franato nel quartiere Pianura dalla collina dei Camaldoli che il Comune di Napoli vorrebbe trasferire in un cantiere abbandonato della periferia Est, lo stesso dove nel 2005 perse la vita Francesco Paolillo, il ragazzino che cadde da un palazzo in costruzione per salvare un amico. 

Il 16 gennaio scorso, l'intervento di Napolitoday scatenò quasi un incidente diplomatico tra la Sesta e la Nona Municipalità. Alcuni dipendenti della Napoli servizi, infatti, cominciarono i carotaggi senza avvisare il Parlamentino che guida i territori di Barra, San Giovanni e Ponticelli. A destare sospetti era il fatto che il cantiere in questione fosse un'area posta sotto sequestro dalla Magistratura, mentre la preoccupazione dei cittadini era che, insieme al terreno, arrivassero anche cumuli di immondizia

A quattro mesi di distanza, gli operai sono tornati. Questa volta, però, pare che i due Enti siano parlati. Da ambienti vicini alla Sesta Municipalità fanno sapere che l'accordo è il seguente: se le analisi dovessero appurare che il terreno di via Carlo Miranda non è inquinato, allora si procedere con riempire le cavità oggi presenti con quello di Pianura. Si tratterebbe di materiale pulito e certificato. 

I residenti però, continuano a non fidarsi: "Questa zona è abbandonata da quarant'anni - racconta Alessandro Paolillo, fratello del piccolo Francesco - e il primo intervento che fanno è quello di portare terreno da un altro quartiere? Quest'area non è mai stata bonificata, né messa in sicurezza. Ancora oggi i bambini possono accedervi tranquillamente e farsi male. Come se non bastasse, le strade circostanti sono discariche a cielo aperto. Abbiamo chiesto la videosorveglianza, ma non ci è stata mai concessa. Continueremo a protestare. Prima di portare qui qualsiasi cosa vogliamo che si faccia la bonifica". 

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