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L'inchiesta

Carabiniere napoletano al servizio della 'ndrangheta: l'accusa

Avrebbe fornito apparecchiature per bonificare ambienti dalle microspie

Nel blitz delle fiamme gialle di Reggio Calabria è finito ai domiciliari anche l'appuntato scelto dei carabinieri Antonio Mazzone, di 43 anni originario di Napoli, accusato di concorso esterno con la 'ndrangheta. Secondo la Dda, Mazzone era al servizio della cosca. In particolare, si sarebbe messo a disposizione di Serena Assumma, l'ex moglie del pentito Liuzzo (anche lei indagata), fornendole veicoli e apparecchiature tecniche nella sua disponibilità al fine di garantirle "libertà di movimento e la bonifica del territorio da possibili microspie".

Il militare, inoltre, avrebbe informato la donna, ritenuta esponente di spicco della 'ndrangheta, su attività di indagine nei suoi confronti. Infine, l'appuntato Mazzone avrebbe consentito a Serena Assumma, di disattendere i domiciliari a cui era sottoposta, omettendo di denunciare la sistematica violazione delle prescrizioni. 

Aggiornamento 31 marzo 2023

I legali dell'appuntato scelto dei carabinieri Antonio Mazzone, di 43 anni originario di Napoli, accusato di concorso esterno con la 'ndrangheta, precisano in una nota la posizione del loro assistito sulla vicenda. 

"Il mio assistito, indagato nel p.p. N. 6754/2013 RGNR della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, arrestato in data 15. 12 . 22 e sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, giusta ordinanza del Gip del Tribunale di Reggio Calabria, è stato rimesso in libertà in data 5.1.23 a seguito del provvedimento del Tribunale del Riesame di Reggio Calabria. La notizia dell'arresto suscitò comprensibilmente un' elevata attenzione da parte degli organi di stampa, tuttavia, analogo clamore non ha destato la scarcerazione dell'appuntato scelto Mazzone, la cui notizia non è stata accompagnata dalle motivazioni che hanno determinato il Tribunale di Reggio Calabria ad adottare il proprio provvedimento. La misura cautelare è intervenuta per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato contestato di concorso esterno in associazione mafiosa".

Così il Tribunale del Riesame: "In definitiva, alla luce del quadro probatorio esaminato non si ritengono dunque sussistere gravi indizi di colpevolezza in capo al ricorrente in ordine al delitto ex artt . 110, 416 bis c.p. contestato al capo b) della provvisoria imputazione, non risultando a carico del Mazzone elementi indiziari in grado di dimostrare la sua collaborazione, in qualità di concorrente esterno, al sodalizio criminoso finalizzata a consentire alla cosca di operare in modo indisturbato sul territorio di riferimento, e di fruire di una serie di vantaggi, approfittando della funzione rivestita dall’indagato, pubblico ufficiale alle dipendenze della Stazione Carabinieri di Reggio Calabria”.

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