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Domenica, 28 Aprile 2024
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A Napoli c'è la peggiore mobilità sostenibile d'Italia (e la più cara)

La città si caratterizza per costi esorbitanti, mezzi insufficienti e uno dei peggiori dati sulle piste ciclabili del paese

Napoli è tra le peggiori città per mobilità sostenibile in Italia. Lo dicono i dati relativi a costi, numero di mezzi a disposizione e chilometri di pista ciclabile. Monopattini, bici elettriche, automobili a noleggio sono una realtà diffusa, da anni, in tutte le grandi città italiane ed europee. Non a Napoli, dove le aziende leader del settore sembrano non avere alcun interesse a investire e dove le istituzioni, cittadine e regionali, non sembrano particolarmente interessate (nel video in basso, realizzato oggi 28 giugno, il sindaco Manfredi risponde a una domanda sul tema). 

Bike sharing

Partiamo con il bike sharing. All'ombra del Vesuvio ha sempre avuto una vita tribolata. Nel 2012, quando a Milano il servizio era già a pieno regime da quattro anni, l'associazione Cleanap vinse un bando europeo da 2 milioni di euro per un progetto sperimentale. Sperimentazione che avvenne nel 2014/2015 dopodiché il progetto venne abbandonato, le bici elettriche furono gettate in un magazzino all'interno del parcheggio Brin e in città sono rimasti solo gli stalli per diversi anni. 

Il secondo, fallimentare, tentativo lo ha fatto Napoli N Bike, che con la collaborazione di diverse aziende, tra cui la Q8, nel 2021 inaugurò un servizio con poche decine di biciclette con stazioni a via Parthenope, piazza Municipio e piazza Bovio. Un'iniziativa sponsorizzata caldamente da Alessandra Clemente, all'epoca candidata a sindaco e oggi consigliere comunale di opposizione. Dopo pochi mesi, le bici a pedalata assistita sono scomparse, ma anche in questo caso sono rimasti gli stalli a deturpare le strade. 

Sembra, invece, funzionare, il servizio proposto da Lime, leader mondiale nel bike sharing. Sono 500 le bici elettriche di colore rosso che si aggirano per la città. Una flotta inadeguata se si confronta con servizi analoghi in altre città. Basti pensare che a Milano i mezzi a disposizione sono 22mila (dati del Comune). Un'altra differenza è quella dei costi. Noleggiare una e-bike a Napoli costa 1 euro per lo sblocco e 25 cent al minuto. Vuole dire che un tratto di 10 minuti (Garibaldi-Municipio) costa 3,50 euro e uno di 15 minuti (Garibaldi-Castel dell'Ovo) quasi 5 euro. Con 11 euro ci garantiamo l'abbonamento per 100 minuti, con 26 quello da 240. 

A comparare le tariffe con le altre città ci aiuta il sito di Telepass, con il quale si può pagare lo sharing a Roma, Milano, Torino, Bologna e Firenze ma non a Napoli, la quale esce a pezzi dal confronto. A Milano, le compagnie sono tre, una delle quali è di proprietà comunale: Bikemi. Ma l'azienda che propone la tariffazione più conveniente è Ridemovi. non ci sono costi di sblocco, la tariffa al minuto è di 20 cent, non così diversa da quella partenopea, ma la vera differenza sta negli abbonamenti: un mese costa 10 euro, un euro in meno sdi quanto a Napoli costano 100 minuti, un anno costa 80 euro. 

Le stesse tariffe Ridemovi le propone anche a Firenze e a Torino. Nel capoluogo piemontese c'è anche Helbiz, che noleggia a 10 cent al minuto (meno della metà di Napoli) più 25 cent di sblocco (un quarto rispetto a Napoli). La tariffa di Helbiz a Roma è ancora più bassa (7 cent al minuto) e la capitale può contare anche sulle flotte di Lime e Bird. 

Piste Ciclabili

Non aiuta gli investimenti delle aziende, ma neanche le scelte dei privati cittadini, la pochezza delle piste ciclabili napoletane. I rider hanno uno spazio dedicato solo a Fuorigrotta e lungo un tratto di via Marina, in direzione San Giovanni a Teduccio. In tutto il centro, invece, sia l'amministrazione de Magistris che quella Manfredi, hanno optato per delle linee bianche sulla carreggiata destinata alle auto. Il risultato rasenta il ridicolo, con lo spazio che dovrebbe essere destinato alle biciclette occupato dalle vetture in sosta.   

Secondo i dati Istat del 2020, Napoli è dotata di 19 chilometri di pista ciclabile a fronte dei 293 di Milano, dei 285 di Roma, dei 195 di Torino. Il capoluogo partenopeo riesce a fare peggio anche di Palermo (51 chilometri), Cagliari (36), Bari (33). Secondo Euromobility, è terz'ultima per chilometri di ciclabile ogni 10mila abitanti, davanti solo a Campobasso e Potenza. 

Car sharing

Forse pochi lo sanno, ma Napoli ha un servizio di car sharing. Si tratta di Amicar, l'iniziativa del consorzio di cooperative sociali Gesco che fa capo al consigliere comunale Sergio D'Angelo. Peccato che il servizio conti solo 35 vetture, quindi con un impatto quasi impercettibile sulla mobilità cittadina. Anche in questo caso, nel 2012 c'è stato un progetto europeo sperimentale denominato Ciro. E così come è accaduto per il bike sharing, anche in questo caso non è rimasto nulla.

Tra le grandi città italiane Napoli è fanalino di coda. I cittadini di Roma, Milano, Torino, Firenze e Bologna posso usufruire 24 ore su 24 di Enjoy, il car sharing targato Eni, al costo di 1 euro per lo sblocco e di 29 cent al minuto. Nella città meneghina i mezzi a disposizione, Fiat Panda elettriche o ibride, sono 355, a Roma 218, a Torino 150, a Bologna 111, a Firenze 66. Le tratte consentite non sono solo quelle in centro città, ma anche al primo anello della periferia e si può posare la vettura anche in prossimità di ospedali più lontani.   

Monopattini 

Non va meglio con i monopattini. A Napoli operavano due società, Helbiz e Reby. Da alcuni mesi, i monopattini di Reby sono scomparsi perché il Comune ha revocato l'autorizzazione dopo che la società aveva sospeso il servizio per più di 30 giorni. Anche in questo caso, costi proibitivi per considerarlo un sostituto della mobilità tradizionale: 1 euro di sblocco e 20 cent al minuto. Senza considerare che, come per le bici, l'assenza di piste dedicate rende la circolazione difficile e pericolosa. 

Il Comune di Napoli ha approvato da poco il Piano della mobilità sostenibile, a breve lo farà anche la Città metropolitana. Al centro del Piano, c'è soprattutto lo sviluppo della metro. Per quanto riguarda piste ciclabili e sharing solo un generico accenno alla mobilità dolce, senza indicare tempi e fondi da destinare. Se da un lato la situazione è determinata dalle scelte di aziende private, dall'altro, le istituzioni pubbliche non hanno creato le basi per cui sia conveniente investire o, come accaduto a Milano, non hanno internalizzato il servizio. Se Napoli vuole diventare una capitale europea non può prescindere dallo sviluppo di una mobilità dolce. 

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