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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Spalletti professore per un giorno alla Federico II, l'invito agli studenti: "Non siate invidiosi dell’avere ma del sapere"

Il tecnico del Napoli ha incontrato gli studenti federiciani presso la facoltà di Monte Sant'Angelo

Mattinata accademica per Luciano Spalletti. Il tecnico del Napoli è stato professore per un giorno incontrando gli studenti dell’università Federico II nell’aula rossa Carlo Ciliberto della facoltà di Monte Sant'Angelo nell'ambito del ciclo di incontri "Sport in accademia". 

Il saluto introduttivo è stato del rettore dell'ateneo federiciano Matteo Lorito, prima di lasciare la parola a Guido Trombetti, rettore Emerito dell’università degli studi di Napoli e grande appassionato ed esperto di sport e calcio, che hanno poi consegnato una targa all'allenatore. In rappresentanza del club azzurro era presente anche l’head of operations Alessandro Formisano.

Spalletti, tra la curiosità e l’entusiasmo degli studenti, ha prima tracciato un suo profilo di allenatore e poi si è soffermato sul ruolo che un tecnico assume all’interno di un gruppo sia sotto il profilo tecnico che umano.

“Per me questo è un evento fondamentale perché incontrare una qualità di studenti come quelli della Federico II non succede tutti i giorni. Sono veramente orgoglioso di questo incontro. Non vorrei che vi avessero detto che io sono dietro la cattedra, perché la cattedra ce l’avete voi, io sono qui dietro un banco ad ascoltarvi. Sono convinto della qualità delle vostre domande, la stessa qualità che io trasferirò nello spogliatoio ai miei calciatori per ottenere risultati ancora migliori”, ha detto Spalletti. 

Momento molto apprezzato e divertente quando il tecnico del Napoli ha invitato alcuni studenti a interagire attraverso una lavagna sulla quale scrivere la formazione degli azzurri, rispondendo poi a numerose domande, anche di natura tecnica, da parte dei ragazzi.

“Non dovete essere invidiosi dell’avere ma del sapere. Se rimarrete sempre fermi a pensare come fare il primo, passerete la vita su una gamba sola. Si può anche non essere Maradona ma dimostrare di avere sangue nelle vene”, ha concluso l'allenatore. 

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