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Piccoli musei: cosa sono e come trovare quelli della Campania

Fortemente legati al territorio e alla comunità, offrono spesso esperienze uniche di conoscenza e non mancano di affascinare

Era il 2007 quando Giancarlo Dall’Ara, studioso e docente di Marketing nel Turismo, decide di fondare un’Associazione a carattere nazionale per promuovere il rilancio e la valorizzazione dei Piccoli Musei, valorizzandone le specificità e, in particolare, il forte legame con il territorio e con la comunità, la capacità di essere accoglienti e di offrire esperienze originali ai visitatori. Ecco quali sono i mini-musei presenti sul nostro territorio che fanno parte della rete:

Ecomuseo della Valle delle Orchidee

Dove: via Ischia, 61 Sassano Salerno
 Cosa: qui si studia, ricerca e valorizza la natura di una zona unica, per flora e fauna. Sono esposte collezioni, sia “exicatum” sia vive, di piante, di semi, di cloni e di frutti delle Antiche Coltivazioni della Comunità Montana del Vallo di Diano e del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, con diverse mostre, compresa quella dei semi degli antichi grani, presenti in ben 19 diversi tipi, granturchi (24), fagioli (84). 

MAVV, Museo dell’Arte del Vino e della Vite

Dove: via Università 100, c/o Reggia di Portici,80055 Portici (NA)
 Cosa: intende far conoscere il mondo  del Vino come patrimonio culturale, scientifico, artistico, storico del territorio e promuovere il turismo esperienziale come risorsa sociale ed economica utilizzando l’innovazione tecnologica e il digitale.
Le attività espositive, culturali e formative fondano sullo stretto rapporto con l’arte, le scienze e la cultura. Con una Interactive Wine Experience mirata alla divulgazione scientifica collegheremo il mondo del “Nettare degli Dei” alle arti visive, alla cultura, alla storia, all’archeologia, agli stili di vita. Il tutto, con un format che coniuga innovazione e tradizione, attraverso exhibit multimediali, laboratori e percorsi sensorial

MOA Museum of operation Avalanche

Dove: Piazza Sant'Antonio n. 5 84025 Eboli
 Cosa: nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, il litorale salernitano fu protagonista di un evento unico nella storia del Mediterraneo: una flotta composta da circa 1.000 navi (quattrocento militari e seicento di appoggio) e 160.000 soldati diede vita al secondo più grande sbarco della storia, superato per importanza solo da quello in Normandia, l’anno successivo.
Nella zona compresa tra il fiume Sele e il fiume Calore ebbe quindi luogo una delle Battaglie più importanti e decisive della Campagna d’Italia. Il MOA si propone come contenitore culturale per raccontare i diversi accadimenti legati allo Sbarco e le modifiche socio-culturali che ne derivarono, con approccio multimediale.

Museo Civico Archeologico di Telesia

Dove: via Bagni, c/o Abbazia Benedettina del Santo Salvatore 82030 San Salvatore Telesino, Benevento
 Cosa: dal 19 giugno 2010, negli ambienti dell’abbazia  benedettina di San Salvatore Telesino (BN), è allestita l’esposizione Telesia Antiquarium con reperti di età sannita e romana che abbracciano un arco temporale che va dal sec. IV a.C. al sec. II d.C in un percorso particolarmente affascinante.

Museo del Suolo (Rete dei Musei del Vallo di Diano)

Dove: via Muraglione 84030 Pertosa (SA)
 Cosa: il Museo del Suolo, unico in Italia e tra i pochissimi d’Europa, è stato inaugurato nel 2016. Propone un singolare itinerario di conoscenza dedicato alla terra, e più precisamente a ciò che avviene in quei tre metri, fondamentali per la vita sul nostro pianeta, che dalla superficie si portano in basso. 1.500 mq di esposizione coperta, e percorsi connessi all’esterno del museo per un’avventura straordinaria da vivere con i 5 sensi, completato dalla possibilità di attività laboratoriali per osservare, toccare, giocare, sorprendersi e di escursioni lungo il fiume Tanagro, nel corso d’acqua sotterraneo Negro, nell’area carsica e nel Parco Nazionale Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Geoparco mondiale UNESCO, alla scoperta del mondo sotterraneo.

Museo della bussola e del ducato amalfitano

Dove: Largo Cesareo Console, 3 Cap: 84011, Amalfi
 Cosa: il Museo della Bussola e del Ducato Marinaro di Amalfi  documenta ed illustra la sorprendente storia dell’antica Repubblica Marinara. La raccolta museale propone testimonianze sull’evoluzione degli strumenti di orientamento nautico tra cui la bussola che rivoluzionò le tecniche di navigazione aprendo la via dell’oceano verso il ‘nuovo mondo’ e sulla “Città-Stato”,sorta nell’839 e rimasta politicamente indipendente fino al 1135. Diversi i cimeli citati dai libri di storia, dalla Tabula de Amalpha,codice del diritto della navigazione nel Mediterraneo al Tarì, la moneta amalfitana che ebbe corso in molti Paesi rivieraschi del Mediterraneo oltre ai costumi del corteo della Regata Storica .

Museo della Carta

Dove: via delle Cartiere, 23 84011 Amalfi (Sa): tutto ciò che c’è da sapere sull’arte della lavorazione a mano della carta. Il museo fu fondato da   Cosa: Nicola Milano, veterano dei cartari d’Amalfi. Nato il 15 novembre deI 1903, Milano ha lavorato in cartiera fin dall’età di 13 per sopperire la mancanza del padre richiamato alle armi nella grande guerra del 1915 – 18. L’ultima cartiera chiuse nel 1969 per l’impossibilità di sostenere i costi di trasporto del prodotto, a causa della mancanza di collegamenti stradali. 

Museo della Civiltà Contadina

Dove: via F. de Sanctis 83040 Luogosano (Av)
 Cosa: il museo è composto da quattro salette e raccoglie  circa 1000 oggetti, strumenti, attrezzi e reperti provenienti  dall’ Irpinia, concernenti la cultura contadina riferita ad un periodo storico precedente l’introduzione delle macchine agricole sul campo coltivato. Inoltre è presente nel museo, oltre a varie sculture ispirate alla civiltà contadina, la mostra permanente dell’artista Irpino Vito Ferrante.

Museo delle arti e tradizioni popolari

Dove: via Botteghe, Fragneto Monforte (Bn)                                                                                                                                                        Cosa: antichi utensili, dal falegname all’orologiaio, dal barbiere al foggiatore ma anche strumenti e mezzi di comunicazione e oggetti di culto della devozione millenaria a San Nicola di Bari, patrono di Fragneto Monforte, con la suggestiva festa che dura tutto l’anno. Il patrimonio del museo è costituito da donazioni e da acquisti fatti con il contributo della regione Campania
 

Museo Ignazio Cerio

Dove: Piazzetta Ignazio Cerio 5 80073 Capri (NA)                                                                                                                                             Cosa: conserva oltre ventimila reperti raccolti da Ignazio Cerio (1841-1921), un medico che si era trasferito sull’Isola a metà Ottocento e che aveva animato la locale vita culturale, intrattenendo rapporti scientifici internazionali vasti e di altissimo profilo. Quattro le sale tematiche: Sala di Geologia e Paleontologia con reperti fossili, resti di vertebrati, tra cui mammut, elefante, pantera,  risalenti a circa 300.000 anni fa; Sala di Preistoria e Protostoria che espone manufatti preistorici che vanno dal Paleolitico inferiore all’età dei Metalli; Sala di Archeologia Classica con collezioni in gran parte risalenti alla prima età imperiale; Sala di Biologia in cui è conservata la fauna dell’Isola di Capri tra cui l’animale simbolo dell’Isola: la lucertola azzurra dei Faraglioni.  

Museo Speleo Archeologico (Rete dei Musei del Vallo di Diano)

Dove: P.zza De Marco 84030 Pertosa (SA)                                                                                                                                                         Cosa: consente di conoscere le peculiarità del giacimento archeologico esistente nelle Grotte di Pertosa-Auletta, uniche grotte in Italia ad avere un fiume sotterraneo navigabile. In questa cavità sono documentate tracce di antichissime frequentazioni umane, perdurate – pur con una serie di interruzioni – dalla preistoria al medioevo. Di notevole interesse scientifico, in particolare, i resti di un impianto palafitticolo risalente al II millennio a.C., scoperto alla fine dell’Ottocento e indagato ancora più recentemente negli anni 2004-2013. A tale evidenza, oggi unica in Europa per la specificità del luogo che la ospita (una cavità naturale), sono dedicati videodocumentari e riproduzioni in scala reale e ridotta, lungo un percorso di visita illustrato da testi esplicativi in lingua italiana e inglese.
 

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