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Venerdì, 26 Aprile 2024
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A Napoli "La notte lava la mente"

Dopo una lunga tournée torna in scena a Napoli l’imponente spettacolo firmato dal regista Federico Tiezzi: Il Purgatorio è anche “la cantica della speranza” di cui il momento storico presente ha bisogno più di ogni altra cosa

Da martedì 18 a domenica 23 gennaio al Teatro Mercadante andrà in scena l’allestimento firmato dal regista Federico Tiezzi de "Il Purgatorio. La notte lava la mente, ovvero Dante secondo il poeta Mario Luzi".

Si tratta di uno spettacolo tanto imponente quanto seducente che quest'estate, al debutto al Teatro Grande di Pompei nell’ultima edizione della rassegna estiva Pompeii Theatrum Mundi, ha riscosso considerevole successo, confermato nella tournée che ne è seguita.

La notte lava la mente

E' una riscrittura originale del Purgatorio dantesco che il regista Tiezzi commissionò nel 1990 a Mario Luzi, preceduta nel 1989 dalla riscrittura dell’Inferno affidata a Edoardo Sanguineti e seguita nel 1991 da quella del Paradiso per mano di Giovanni Giudici, con l'obiettivo di comporre una trilogia teatrale dedicata alla riscrittura scenica della Commedia dantesca.

A distanza di trent'anni è stato ripreso, in modo del tutto nuovo, il progetto de Il Purgatorio perché è la “cantica dell’amicizia e dell’arte”.

I personaggi sono musicisti, pittori e poeti, l’arte è ciò di cui si discorre, forse è una strada per la salvezza. Ma Il Purgatorio è anche “la cantica della speranza”: quella speranza di cui il momento storico presente ha bisogno più di ogni altra cosa, quella speranza che è volontà di un mondo diverso e anelito e movimento verso una migliore coscienza della realtà.

12) IlPurgatorio - Paradiso Terrestre (foto Luca Manfrini)-2Foto Luca Manfrini

Nel Purgatorio, come scrive Luzi «esiste il tempo» e splende lo stesso sole che illumina la terra abitata: sembra di essere ancora nello spazio storico dell’uomo, sulla Terra, ma toccato dalla grazia divina che dà alla vita, nella sofferenza quotidiana, dolcezza e appunto speranza. In questo luogo dove il tempo esiste (mentre nelle altre due cantiche c’è solo l’eternità della sofferenza o della beatitudine) il poeta, affaticato, può pensare di addormentarsi e di sognare. Ed è la presenza dei sogni a fare una delle peculiarità di questa cantica, che si distende nella regia di Tiezzi come una grande seduta psicanalitica.

Scrive Tiezzi: «La visione del mondo e dell’uomo che ci si offre dalle pagine della Commedia, opera che contribuisce alla nascita della cultura europea, nel punto di snodo tra l’evo antico e quello moderno, è tra le più vaste e profonde della letteratura di ogni tempo, nella sua consapevole capacità di abbracciare con l’umano tutta la realtà. Le radici della nostra cultura – filosofia, etica, estetica, politica, teatro – affondano nel poema».

Scene di Marco Rossi. Costumi di Gregorio Zurla. Luci di Gianni Pollini.

In scena Alessandro Averone, Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Giampiero Cicciò, Francesca Ciocchetti, Martino D’Amico, Salvatore Drago, Giovanni Franzoni, Francesca Gabucci, Leda Kreider, Sandro Lombardi, David Meden, Annibale Pavone, Luca Tanganelli, Debora Zuin.

Durata dello spettacolo 2h e 15 senza intervallo

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