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Cataratta, quali sono i sintomi e quando sottoporsi all’intervento chirurgico: risponde l’oculista

“E’ importante intervenire in tempo perché con una cataratta ‘avanzata’ si verifica un indurimento del cristallino e, quindi, una maggiore difficoltà nell’asportazione”. L’intervista al Prof. Vincenzo Orfeo

La cataratta è una delle malattie oculari più diffuse nella terza età. Provoca un deterioramento della vista a causa della progressiva opacizzazione del cristallino, cioè della lente situata all'interno del bulbo oculare che consente la messa a fuoco delle immagini sulla retina. Esistono diverse forme di cataratta: la più diffusa è quella senile, più rare sono la cataratta congenita (che colpisce i neonati o i ragazzi), la cataratta traumatica e quella associata ad altre patologie. A soffrire di cataratta senile è circa il 40% dei soggetti tra i 55 e i 64 anni, e circa il 90% degli over75. Per curarla non esistono terapie farmacologiche, bisogna ricorrere necessariamente all’intervento chirurgico con cui si asporta la parte del cristallino opacizzata e si impianta una lente sostitutiva artificiale. La cataratta, nelle fasi iniziali, può essere asintomatica o manifestarsi con sintomi aspecifici perché progredisce molto lentamente, e, se non diagnosticata in tempo o non trattata in maniera adeguata, può condurre irrimediabilmente alla cecità. Per questo motivo, a partire da una certa età, è consigliabile sottoporsi a controlli periodici dallo specialista. Ma quali sono i sintomi della cataratta e quando sottoporsi all’intervento chirurgico? Ne abbiamo parlato con il Prof. Vincenzo Orfeo, Direttore dell'Unità Operativa di Oculistica della Clinica Mediterranea di Napoli e Presidente OPI (Oculisti dell'Ospedalità Privata Italiana).

- Prof. Orfeo, cos’e’ la cataratta?

“La cataratta è l’opacizzazione del cristallino, cioè della lente situata all'interno del bulbo oculare, tra l'iride e il corpo vitreo”.

- Con quali sintomi si manifesta?

“Sono diversi. Generalmente il paziente si accorge di un peggioramento generale della vista, di aloni intorno alle luci, di una visione sdoppiata, di una difficoltà nel distinguere i caratteri più piccoli, di vedere i colori alterati, ma può riscontrare anche difficoltà nel camminare, nella guida, ecc. Sono tanti piccoli sintomi che molte volte il paziente non associa alla cataratta”.

- Quali soggetti colpisce e a che età?

“Esistono cataratte congenite come quella che insorge nel bambino appena nato: sono casi rari ma gravi, quindi da operare subito. Esiste anche la cataratta dell’adolescente, anche questa molto rara. Molto più frequente, invece, è la cataratta senile che in genere compare dopo i 50/60 anni. La probabilità di un’insorgenza di cataratta aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età, la sua comparsa è quasi certa dopo i 70/80 anni”.

- Quali sono le cause?

“Le cause non sono chiare, o comunque possono essere varie. Si ritiene che nella cataratta senile la suscettibilità del cristallino a raggi ultravioletti, e quindi, l’esposizione a certe radiazioni nocive della luce solare, possa giocare un ruolo importante nel peggioramento della cataratta”.

- E’ vero che le donne vengono colpite più degli uomini?

“Sì è vero. C’è una percentuale leggermente maggiore di donne, rispetto agli uomini, che soffrono di cataratta. Ma va detto che le donne si rivolgono più frequentemente al medico, si curano di più e, per questa ragione, la diagnosi è più frequente nella donna piuttosto che nell’uomo”.

- Quando si ricorre all’intervento chirurgico?

“E’ l’oculista a valutare se è il caso o meno di intervenire chirurgicamente. E’ necessario effettuare la visita oculistica con una certa frequenza soprattutto quando si supera una certa età, perché a volte i sintomi della cataratta non vengono riconosciuti dal paziente come collegati a questa patologia. La cataratta ha un peggioramento lento e continuo, può metterci mesi o anni per peggiorare: per questo motivo il paziente non si accorge della sua insorgenza. E’ consigliabile effettuare almeno una visita oculistica all’anno per diagnosticare la cataratta e intervenire in tempo. Se viene rilevato un inizio di cataratta e il paziente vede ancora bene, non deve essere operato. Se, invece, è già cominciato un calo del la vista, il paziente deve essere operato subito, prima che la cataratta diventi “avanzata” e, quindi, si verifichi un indurimento del cristallino e, quindi, una maggiore difficoltà nell’asportazione”.

- L’intervento è doloroso?

“Oggi l’intervento non è doloroso. Il più delle volte procediamo prima instillando gocce di anestetico e gocce che dilatano la pupilla negli occhi del paziente, per un’anestesia di superficie, e poi effettuiamo l’intervento vero e proprio di microchirurgia: tracciando un ingresso molto piccolo nell’occhio (2mm) riusciamo ad intervenire senza che il paziente abbia alcun fastidio. Quindi no, non si avverte alcun dolore durante l’intervento di cataratta. Si tratta, però, di un intervento complesso in cui il chirurgo lavora con due mani, che maneggiano due piccoli ferri all’interno dell’occhio, e con il piede destro e il piede sinistro impegnati (uno con il facoemulsificatore e l’altro con il microscopio). L’intervento non è, quindi, semplice, ma rapido, effettuato, come dicevo, con una tecnologia avanzata che consente al paziente di non avvertire alcun fastidio”.

- Quali sono i tempi di recupero?

“Dipende dal tipo di cataratta che trattiamo. In caso di cataratta giunta sul tavolo operatorio in tempo giusti, il recupero è molto rapido. Altrimenti, nel caso in cui il paziente ha aspettato mesi prima di fare l’intervento, il recupero è più lento”.

- L’intervento è per sempre?

“Sì. La cataratta una volta asportata non si riforma. Con l’intervento, lo specialista va a svuotare il cristallino di tutte le sue opacità e nel sacco rimasto vuoto inserisce un cristallino artificiale. Ma, lasciando integra la capsula posteriore del cristallino catarattoso, può accadere che a distanza di tempo si manifesti la cosiddetta “cataratta secondaria”, cioè una leggera opacità, una fibrosi di questa sottile membrana. Quando questa membrana si opacizza, il paziente comincia a non vedere più bene, come se avesse nuovamente la cataratta. Questa condizione non richiede un intervento chirurgico bensì un trattamento con laser che dura pochi secondi e si effettua in studio o in ambulatorio. Il trattamento lo si fa una sola volta perché risolve definitivamente il problema”.

- Cosa avviene nella fase post-operatoria?

“Al termine dell’intervento, l’occhio viene bendato oppure viene applicata su di esso una conchiglia di plastica trasparente che serve come protezione, e con cui il paziente può già vedere qualcosa. Dopo la dimissione il paziente dovrà iniziare una terapia con gocce di collirio antibiotico; la conchiglia verrà eliminata la mattina dopo il primo controllo, cioè il giorno successivo all’intervento. Dopo una settimana si effettuerà, poi, un’altra visita di controllo. Quando la condizione dell’occhio si sarà stabilizzata, dopo circa un mese, lo specialista potrà prescrivere le nuove lenti”.

- Cosa deve fare il paziente nell’immediato post-operatorio?

“Deve fare grande attenzione a non toccare con le mani sporche l’occhio, può maneggiarlo solo dopo aver lavato le mani. Deve instillare le gocce con cautela e senza premere sull’occhio. Nei primi giorni dopo l’intervento deve stare molto attento, non deve strofinare l’occhio e deve evitare l'applicazione di trucco per una 15ina di giorni, in caso di donne. Con la giusta cautela può riprendere le attività quotidiane già dopo pochi giorni dall’intervento, se gli occhi non vanno incontro a stress eccessivi o a una contaminazione di tipo infettivo”.

- Esistono trattamenti alternativi all’intervento chirurgico?

“No, non ce ne sono. Solo l’intervento chirurgico può eliminare la cataratta. Oggi abbiamo la possibilità di effettuare l’intervento di cataratta nei tempi giusti e di poter risolvere anche i difetti della vista dei pazienti comparsi precedentemente alla cataratta. In molti casi, valutando bene l’occhio e ordinando una lente intra-oculare Premium adeguata, un cristallino artificiale personalizzato per il paziente, riusciamo non solo a risolvere il problema della cataratta, ma anche a correggere difetti come la miopia o la presbiopia. Si tratta di interventi più sofisticati, più costosi, ma che garantiscono un ottimo risultato e soddisfazione del paziente”.

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