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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

“Salario minimo a Napoli? È tutto falso”

Potere al Popolo contro il Comune di Napoli

Potere al Popolo attacca il Comune di Napoli a proposito dell’introduzione del salario minimo da 9 euro, provvedimento ritenuto insufficiente e di facciata dalla formazione di sinistra.

“Almeno Totò con le sue truffe faceva ridere. Qui c’è solo da piangere. Perché a tutto c’è un limite”, esordiscono Giuliano Granato e Chiara Capretti, rispettivamente portavoce nazionale e consigliera di municipalità per Potere al Popolo.

“Salario minimo a Napoli? È tutto falso”

“A Napoli - proseguono - non esiste alcuna proposta di un salario minimo di 9 euro l’ora. Chi dice il contrario mente e prende in giro i lavoratori e le lavoratrici della città”. “L’emendamento al DUP (Documento Unico di Programmazione) presentato dal consigliere della ‘Manfredi Sindaco’ Gennaro Esposito e approvato grazie ai voti della maggioranza consiliare non prevede infatti in alcun passaggio l’imposizione di un salario minimo di 9 euro. Semplicemente, si limita a chiedere che per appalti e concessioni venga inclusa una ‘clausola sociale con la quale il soggetto contraente dell’appalto o beneficiario della concessione o della autorizzazione, si impegna ad applicare, a pena di decadenza e/o risoluzione, il contratto collettivo, più attinente all’attività svolta, nazionale o territoriale vigente, stipulato con le organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative, con la corresponsione ai lavoratori impiegati per lo meno della retribuzione minima ivi prevista’”.

Granato e Capretti spiegano così l’emendamento: “Concretamente significa che, ad esempio, un lavoratore che lavora in appalto presso una partecipata del Comune in qualità di vigilante, non potrà beneficiare che del CCNL Vigilanza e Servizi Fiduciari, che prevede paghe minime intorno ai 5€ lordi l’ora”. Granato si interroga: “E ci chiediamo perché i cittadini abbiano sempre meno fiducia nel potere politico e in quello mediatico? Cosa dovrebbero pensare di consiglieri comunali che dichiarano che ‘il provvedimento introduce il salario minimo di 9€’ contraddicendo quanto si ritrova nero su bianco nel loro stesso emendamento al DUP? E cosa dovrebbero pensare di un potere mediatico che, anziché verificare prima le fonti primarie, evidentemente prende per buone le dichiarazioni dei politici e oggi sulle prime pagine tesse le lodi di un provvedimento inesistente? Ci sarebbe da ridere, se a essere presi in giro non fossero – come sempre – lavoratori e lavoratrici”.

“La battaglia per il salario minimo è una cosa seria”

“La battaglia per il salario minimo è cosa seria. A Napoli viviamo un boom del turismo che si concretizza in alberghi, B&B e ristoranti strapieni ogni giorno e a ogni ora. Un aeroporto che batte di continuo i precedenti record di passeggeri. Tutto ciò si regge sulla ‘fatica’ di lavoratori e lavoratrici, compresi quelli dei servizi pubblici, puntualmente oberati, che, però, dei soldi che arrivano in città vedono solo le briciole. Il lavoro nero e gli stipendi da fame sono la colonna vertebrale intorno a cui si sviluppa un turismo che arricchisce, sempre più, solo pochi personaggi. Alzare i salari è quindi un’assoluta priorità. Ma va fatto per davvero, non a colpi di titoli di giornali che saranno buoni per la propaganda elettorale, ma non aumenteranno di un centesimo le paghe di lavoratori e lavoratrici che sono il motore produttivo della nostra Napoli”, prosegue Capretti.
“Un salario minimo vero di 10€ l’ora, guerra senza quartiere al lavoro nero e grigio, controlli per impedire le speculazioni sui prezzi di cui siamo vittime in quanto cittadine e cittadini, ecco cosa serve alla città”, concludono Capretti e Granato.

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