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Domenica, 28 Aprile 2024
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Giorgio Napolitano, oggi la camera ardente: il saluto delle cariche più importanti

Fino a domani la possibilità per un ultimo saluto al Presidente emerito nella Sala Nassiriya del Senato. Martedì le esequie

Lo Stato rende omaggio a Giorgio Napolitano. Alle 10, nella Sala Nssiriya del Senato, è stata aperta la camera ardente con al centro il feretro del presidente emerito. La bara ha lasciato la clinica Salvator Mundi, accompagnata da un corteo di forze dell'ordine e da quattro corazzieri in moto. La camera ardente rimarrà aperta dalle 10 alle 18 di oggi e dalle 10 alle 16 di domani. Le esequie di Stato si terranno martedì 26 settembre alle 11.30 nell'aula della Camera dei Deputati presso Palazzo Montecitorio.

Una corona di fiori del Partito Democratico, il gonfalone della città di Napoli e una corona di girasoli del sindaco di Roma sono i primi omaggi a Napolitano nel cortile d'onore del Senato.

All'esterno del palazzo giornalisti, telecamere e decine di persone, tra cittadini e turisti, in attesa di entrare. Uno dopo l'altro le principali cariche dello Stato di oggi e del passato si stanno alternando per l'ultimo saluto di colui che è stato il primo della storia repubblicana ad essere eletto per due volte Presidente della Repubblica. Si sono riuniti in sala Nassirya i familiari per un momento di raccoglimento in attesa dell'arrivo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha accolto la moglie Clio, i figli Giulio e Giovanni e i nipoti. Oltre a Mattarella è attesa anche la premier Giorgia Meloni.

Mattarella si è trattenuto una decina di minuti nella camera ardente, si è dapprima fermato a salutare i familiari del Presidente emerito, chinandosi sulla moglie Clio, seduta in prima fila nel suo vestito nero, poi i figli, Giulio e Giovanni, e i nipoti. Il Capo dello Stato si è dunque fermato in raccoglimento davanti al feretro prima di lasciare la sala. Tra i primi ad arrivare Mario Monti, l'uomo che proprio Napolitano scelse, nel 2011, a capo di un Governo tecnico che portasse l'Italia fuori da una delle più gravi crisi economiche.

"Scelse una donna, e scelse me, cattolica, in nome del pluralismo in cui credeva, nelle istituzioni e soprattutto nella Corte Costituzionale". Così l’ex presidente della Consulta ed ex Guardasigilli, Marta Cartabia, ricorda in una intervista su Avvenire Giorgio Napolitano che la nominò giudice costituzionale. "Ricordo molto bene quel dialogo del 31 agosto 2011 al Quirinale - racconta - Per me fu una grande sorpresa. Si mostrò ben consapevole che della mia formazione di matrice cattolica, ben diversa dalla sua, ma riteneva essenziale che alla Corte si esprimessero tutte le anime culturali del Paese. La sua visione pluralistica della Corte costituzionale mi colpì moltissimo e accompagnò sempre il mio lavoro".

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