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Cronaca

La storia di Cutolo ep.4 – La nascita della Nuova famiglia e l'inizio della guerra con la Nco

Gli omicidi all'interno del carcere di Poggioreale durante il terremoto del 1980 e l'assassinio di Marcello Torre. La Nuova famiglia e il suo giuramento

Nelle strade il cambio degli equilibri criminali sta facendo sentire la propria voce in termini di vittime. Si passa dai 56 omicidi del ‘76 e i 51 del ‘77 ai 62 del ‘78, i 91 del ‘79 e i 148 dell'801. Ormai la guerra è scoppiata anche se non è stata ufficialmente dichiarata. L'ultimo tentativo di mediazione per provare a fermare l'escalation porta in campo i principali boss della mafia siciliana ed italo-americana, oltre che i campani. Viene convocato un summit a Roma in un albergo dell'Eur il 30 settembre 1980. Lo presiede Antonio Spavone, alias “o' malammo'”, storico camorrista che ha trovato rifugio negli Stati Uniti sotto la protezione del boss Frank Tieri. È una sorta di “padre nobile” della camorra e fa da garante anche con la mafia italo-americana. Al summit partecipano Zaza, Bardellino, Giuliano, famiglie mafiose siciliane, i Lucchese di New York, i Priziola di Detroit ed altri mafiosi di New Jersey e Las Vegas2. Viene fatta una proposta a Cutolo che però rifiuta l'accordo e di fatto gli viene dichiarata guerra3.

La nascita della Nuova famiglia 

Da quel giorno nasce quella che viene definita la Nuova famiglia. Precedentemente hanno fatto la propria comparsa varie sigle con il comune intento di contrastare il “professore”. È il caso della Nuova fratellanza, creata dai Giuliano di Forcella e i Vollaro di Portici4, o le “brigate anti-Cutolo” e i “giustizieri campani”5. Ma è la Nuova famiglia l'organizzazione orizzontale che realmente si opporrà a Cutolo in una lunga e sanguinosa guerra. Ne fanno parte i clan Zaza, Nuvoletta, Bardellino, Giuliano, Ferrara, Alfieri, Galasso, Ammaturo, Vollaro, e poi D'Alessandro e Maresca di Casteallammare, Gionta, Gallo e Limelli di Torre Annunziata, Fabbrocino di San Giuseppe Vesuviano, Serra e Olivieri di Pagani, Citarella di Nocera. Stampa addirittura un codice d'omertà che viene trovato nell'auto blindata di Mario Fabbrocino, fermato dai carabinieri nel maggio 1981 vicino a Pomigliano d'Arco.

Il “giuramento del camorrista” della Nf

C'è anche una formula precisa per il “giuramento del camorrista”. «In questa sacra giornata d'umiltà, giuro da uomo di tenere fede a questo patto di sangue e di fratellanza e che il sangue di questa vena d'onore esce per entrare in un'altra vena d'onore. Giuro di dividere centesimo per centesimo, millesimo per millesimo, con questo mio fratello di sangue nel bene e nel male fino alla tomba. Se la lontananza ci dividerà, il sangue ci unirà e ci chiamerà fino alla morte che ci separa. Faccio fede di questo patto di fratellanza e di questo lungo abbraccio che ci porterà con umiltà fino alla tomba»6.

Gli omicidi in carcere durante il terremoto del 1980

Da questo momento si susseguono una serie di omicidi in una sorta di botta e risposta. Vengono uccisi Pasquale Amendola e Gerardo Castellano tra novembre e dicembre 1980 entrambi vicini a Cutolo7. Il “professore” però risponde nel suo regno, il carcere di Poggioreale, approfittando del terremoto del 23 novembre 1980. Quando le guardie carcerarie aprono le celle sconvolti dalla paura per le scosse, Cutolo dirige i suoi uomini in una carneficina contro gli uomini della Nuova famiglia che erano stati opportunamente separati dai cutoliani. La scena avviene nel padiglione San Paolo. Lo racconta il capozona di Cutolo ai Quartieri spagnoli, Mario Savio.

«Al centro c'era lui, Raffaele 'o professore. Era circondato dalle guardie scelte. Saranno stati una sessantina di detenuti. La vestaglia di seta era la sua inquietante e grottesca divisa da generale golpista. Con calma e decisione impartiva gli ordini in quello spazio gigantesco, di cui aveva assunto il controllo totale. Divise gli uomini in piccole squadre. Ad alcune consegnò la lista dei condannati a morte; ad altre assegnò il compito di scavare una via verso l'uscita»8.

La prima condanna e l'omicidio di Marcello Torre 

Nella tra il 9 e 10 dicembre del 1980 arriva la prima sentenza contro Cutolo e 25 affiliati alla sua organizzazione. L'11 dicembre, a poche ore da quel verdetto, il boss fa assassinare Marcello Torre, sindaco democristiano di Pagani9. Un chiaro segnale di sfida allo Stato in quella che diventa la sua personalissima battaglia su due fronti. Una settimana dopo avviene anche il ferimento dell'avvocato di Cutolo, Bruno Spiezia10.

Il costo di un killer

Napoli e provincia sono completamente fuori controllo. Si fronteggiano due eserciti di affiliati pronti a tutto ed a buon mercato. Una gambizzazione costa 500mila lire mentre un omicidio si paga da uno a cinque milioni di lire11. Per i fatti della notte del terremoto Cutolo viene trasferito nel carcere di Ascoli Piceno12 ma anche da lì continua a guidare la mattanza. A fine gennaio 1981, probabilmente a Milano si tiene un altro summit presieduto da Antonio Spavone a cui partecipano sia i cutoliani che le quattro maggiori famiglie della camorra napoletana. L'obiettivo è quello di provare a fermare le stragi e le uccisioni ma senza ottenere questo risultato13.

La storia di Cutolo - Tutti gli episodi 

Note

1 “Camorra occulta e criminalità diffusa”, Quotidiano dei lavoratori, 25 settembre 1981; Le cifre sono

identiche in uno schema pubblicato nel pezzo: “Le vittime della camorra”, La Repubblica, 27 febbraio

1982 (con una vittima in meno nel ‘79) mentre Il Tempo, del 30 giugno 1981 riconosce 107 omicidi nel

biennio ‘76-‘77 e 138 nel biennio ì78-‘79. Uguale agli altri il computo del 1980

2 Angelo Belmonte, “La mappa delle bande”, Il Tempo, 3 dicembre 1981

3 Alberto Stabile, “Tutte le bande contro Cutolo è una faida all'ultimo uomo”, La Repubblica, 4

novembre 1981

4 Francesco Barbagallo, Storia della camorra, op.cit. Pag. 124

5 Alberto Stabile, “Tutte le bande contro Cutolo è una faida all'ultimo uomo”, La Repubblica, 4

novembre 1981; Si veda anche Angelo Belmonte, “La mappa delle bande”, Il Tempo, 3 dicembre 1981

6 Francesco Barbagallo, Storia della camorra, op.cit. pag. 124-125

7 Alberto Stabile, “Tutte le bande contro Cutolo è una faida all'ultimo uomo”, La Repubblica, 4

novembre 1981

8 Francesco Barbagallo, Storia della camorra, op.cit. pag. 126

9 “Camorra occulta e criminalità diffusa”, Quotidiano dei lavoratori, 25 settembre 1981

10 Alberto Stabile ,“Tutte le bande contro Cutolo è una faida all'ultimo uomo”, La Repubblica, 4

novembre 1981

11 Ibidem

12 Renzo Trionfera, “Un piccolo capolavoro”, Il Giornale, 9 febbraio 1982

13 “Camorra occulta e criminalità diffusa”, Quotidiano dei lavoratori, 25 settembre 1981

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