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Cronaca

Scuola, Campania maglia nera per dispersione e neet

L'intera regione e la città di Napoli sono agli ultimi posti del rapporto sulla povertà educativa di Save The Children

Pochi docenti, poche scuole per lo più malandate, zero servizi, pochissime strutture per lo sport. Il fallimento della scuola napoletana e, più in generale, di quella campana, è nei numeri del rapporto di Save The Children 'Alla ricerca del tempo perduto - Un’analisi delle disuguaglianze nell’offerta di tempi e spazi educativi nella scuola italiana'.

Un'analisi, quella della Onlus che da 100 anni si occupa di minori in tutto il Mondo, che inchioda la regione e il capoluogo agli ultimi posti in Italia per offerta formativa e, soprattutto, per la dispersione scolastica. Basti pensare che in Campania il 16,4 per cento dei giovani abbandona la scuola prima di conseguire un diploma. Un dato migliore solo di Puglia e Sicilia, ma che fa impressione se paragonato alla media italiana del 12,7 per cento. Allargando l'osservazione all'Europa, la percentuale regionale è peggiore anche del dato della Romania, tra i paesi più attardati dell'Ue. 

Come se non bastasse, la Campania guida, insieme alla Sicilia, anche la classifica dei neet, cioè di giovani tra i 15 e i 29 anni che suono fuori da qualsiasi percorso di lavoro, istruzione, formazione. In Sicilia la percentuale è del 36,3, mentre dalle nostre parti raggiunge il 34,1. La media nazionale è 23,1 per cento, oltre dieci punti in meno, mentre quella Ue scende addirittura a 13,1, dimostrando che quello dei neet è un tema che avvolge tutto lo stivale. 

Primato negativo assoluto, invece, per la dipsersione scolastica definita 'implicita', quella che avviene al termine del ciclo di studi superiore. La Campania fa registrare il 19,4 per cento, peggior dato nazionale, il doppio di quello nazionale (9,7). Se guardiamo poi alle competenze nelle singole materie, in Campania, Calabria e Sicilia più del 60 per cento degli studenti non raggiungono il livello base delle competenze in italiano, mentre quelle in matematica sono disattese dal 70 per cento degli studenti in campani, calabresi, siciliani e sardi. 

Questo disastro è in parte motivato dalla carenza strutturale delle scuole di tutto il merdione. Save the Children, per esempio, analizza il numero di classi a tempo pieno nella scuola primaria. Superano di poco il 50 per cento solo in Lazio (55,7 per cento), Toscana (52,8 per cento), Basilicata (52,4 per cento) e Lombardia (52,3 per cento), ma sono una rarità in Sicilia (11,5 per cento) sono una rarità come in Molise (7,5 per cento), Puglia (18,7 per cento), Campania (18,8 per cento) e Abruzzo (19,6 per cento), mentre la media nazionale è del 37,3 per cento.

Il rapporto spiega che nelle città dove c'è un più alto numero di classi a tempo pieno la dispersione scolastica cala vertiginosamente. Nella nostra regione, dove Napoli, Avellino e Salerno sono in fondo alla classifica, per portare le oltre 11mila classi a tempo pieno servirebbe un investimento di 205 milioni di euro. 

Solo nelle province del Centro e Nord Italia, il 50 per cento almeno delle scuole primarie è provvisto della mensa scolastica, fondamentale per assicurare il tempo pieno, ma preziosa anche per garantire a tutti in bambini, soprattutto quelli in povertà assoluta, un’alimentazione corretta per lo sviluppo psico-fisico e uno spazio importante di socialità e relazione. Napoli e Palermo, dove più di 1 studente su 4 proviene da famiglie appartenenti al quintile socioeconomico più basso, sono addirittura sotto al 6 per cento.

“Nelle zone più deprivate, dove operiamo con Save the Children, tocchiamo con mano gli effetti sui bambini e gli adolescenti dell’onda lunga della crisi prodotta dalla pandemia - ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Childrene di una povertà che colpisce, con l’aumento dell’inflazione, in primo luogo le famiglie con bambini. Sono quartieri nei quali la scuola rappresenta un presidio fondamentale per tutta la comunità. Per questo chiediamo al nuovo governo che si formerà un investimento straordinario che parta dalla attivazione di “aree ad alta densità educativa” nei territori più deprivati, in modo da assicurare asili nido, servizi per la prima infanzia, scuole primarie a tempo pieno con mense, spazi per lo sport e il movimento, ambienti scolastici sicuri, sostenibili e digitali". 

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