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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Oreste Pipolo e la fotografia da cerimonia come forma d'arte: il ricordo della figlia

Miriam Pipolo a NapoliToday: "È stato un papà impeccabile. Aveva un rapporto di amore con la città e con il popolo napoletano. Ha sempre guardato Napoli valorizzando gli aspetti positivi"

La scomparsa del grande  fotografo Oreste Pipolo, definito a ragione "Il Maradona dei fotografi", ha creato un grande vuoto. NapoliToday ha intervistato Miriam, la figlia di Oreste, che con la sorella Ivana e giovani e valenti collaboratori, porterà avanti lo studio fotografico di via Duomo.

Grazie al suo occhio attento e creativo Pipolo ha ispirato una generazione di fotografi, rendendo gli scatti realizzati nei matrimoni una vera e propria arte, riconosciuta e apprezzata anche da registi. Matteo Garrone, nel 1998, ha girato il documentario "Oreste Pipolo fotografo di matrimoni", dal quale poi Marco Bellocchio ha tratto il film "Il regista di matrimoni", con protagonista Sergio Castellitto.

Miriam, che uomo è stato tuo padre?
Dal punto di vista umano è stato un papà impeccabile, una delle ultime persone ad essere autodidatta, aveva la quinta elementare, ma attraverso libri giornali e ala sua forte curiosità andava oltre il titolo di studio. La cosa di cui andava più fiero era di essere affiancato nel suo lavoro da me e Ivana, le sue figlie laureate. Era orgoglioso di ciò e tutti i suoi sacrifici, anche economici, sono stati investiti sulle figlie facendole studiare e lo ripeteva spesso a tutti.

Quanto è stato importante e riconosciuto il suo apporto nel settore della fotografia?
Non bisogna dimenticare che è il papà della fotografia di cerimonia ed è stato sempre celebrato per questo. A Porta a Porta, nella sua ultima apparizione, fu definito da Bruno Vespa il "Maradona della fotografia di cerimonia".  Negli anni '80 in una trasmissione di Mike Bongiorno si disse che a Napoli durante le cerimonie può mancare tutto ma non Oreste Pipolo a scattare le fotografie. In un articolo del Sole 24 ore di Ferdinando Scianna, inoltre, fu definito anche lo “sciamano delle spose”.

Anche Garrone apprezzava il "Maestro", tanto da girare il documentario 'Oreste Pipolo fotografo di matrimoni' e Bellocchio pare si sia ispirato alla sua figura per "Il regista di matrimoni".
Garrone fece una serie di documentari della Fandango, tra i quali quello su Oreste Pipolo e nel '98 iniziarono i primi contatti tra loro, tramutatisi poi in una bella amicizia. Matteo Garrone amava le immagini fiabesche realizzate nei vari contesti sociali napoletani da mio padre e quando è venuto da noi allo studio fu chiaro come Oreste sia stato una vera musa ispiratrice per il film Reality. Con Bellocchio invece non ha avuto un rapporto diretto, ma successivamente venimmo a sapere che si era ispirato al documentario di Garrone sulla figura di mio padre. Poi essendo amante del cinema, mio padre fece anche una piccola comparsa nel film "Song'e Napule dei Manetti Bros. Amava poi anche tanto il teatro.

Foto Oreste Pipolo

Qual è stato il suo rapporto con la città di Napoli?
Aveva un rapporto di amore con la città e con il popolo napoletano. Ha sempre guardato Napoli portando avanti e valorizzando gli aspetti positivi ed estetici della città, ricca dal punto di vista monumentale e di storia. Era amante della città, la vedeva anche con occhi da turista e non solo da cittadino.

Dai colleghi fotografi come era vissuto tuo padre? C'era anche snobismo nei suoi confronti?
Una grande gioia che ha avuto è stata la sua presenza in Accademia di Belle Arti degli ultimi anni. Ciò gli ha fatto merito e lo ha inorgoglito perché negli anni '80 e '90 era considerato un fotografo di serie b. I fotografi matrimonialisti non erano considerati artisti, si credeva fossero interessati solamente all'aspetto commerciale. Invece il suo merito è stato proprio quello di aver avvicinato il settore delle fotografia di cerimonia all'arte.

Come intendete proseguire adesso il lavoro nello studio fotografico che porta il suo nome?
Continueremo a svolgere la sua attività affiancandoci ai suoi ultimi collaboratori, come ad esempio Fabio Barbato (l'intervista). Oreste vive nello studio ancora con noi. Sarà impegnativo sicuramente, ma nel periodo in cui già era malato abbiamo fatto delle foto per il Carnevale molto apprezzate dai clienti, per quanto concerne la qualità dell'immagine, davvero ottima. Cercheremo di continuare normalmente la sua attività.

Oggi sempre meno persone si sposano, ciò come sta influendo sul vostro lavoro. Avvertite la crisi del settore?
Una crisi nel settore di matrimoni c'è stata, e per questo abbiamo portato avanti il settore delle fotografie per bambini. Nell'ultimo periodo Oreste si stava soprattutto dedicando alle fotografie realizzate in studio per i i più piccoli e abbiamo anche partecipato a fiere a loro dedicate.

L'ultimo progetto a cui stava lavorando Oreste Pipolo era "Napoli velata".
Sì, il progetto va avanti e presto pubblicheremo un libro con una raccolta di immagini scelte da lui della Napoli velata, il velo come senso di protezione di monumenti che ci sono nelle città e come denuncia per il loro abbandono. Come nel caso del San Gennaro fuori la chiesa di Santa Caterina a Formiello che, per fortuna, finalmente stanno restaurando. Non mancherà una mostra fotografica di questo progetto.

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