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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Operaio assassinato per errore, 26 anni al killer. I familiari: "Una sconfitta"

I legali dei familiari di Antimo Imperatore, ucciso a Ponticelli il 20 luglio 2022, lamentano il fatto che il giudice abbia escluso l'aggravante dell'associazione a delinquere di stampo mafioso

Antonio Pipolo, collaboratore di giustizia, è stato condannato a 26 anni di carcere dalla Corte di Assise di Napoli (terza sezione, presidente Lucia La Posta). Reo confesso, è stato giudicato colpevole dell'omicidio di Carlo Esposito e di Antimo Imperatore. Il primo era legato alla camorra di Ponticelli, il secondo era un operaio, vittima innocente di camorra perché nel posto sbagliato al momento sbagliato.

L'agguato avvenne nel rione Fiat del quartiere Ponticelli di Napoli, il 20 luglio 2022. Antimo Imperatore era a casa di Esposito per installargli una zanzariera: venne colpito alle spalle e ucciso da Pipolo il quale, pochi istanti prima, aveva assassinato Carlo Esposito, il vero obiettivo dell'agguato.

Il giudice ha escluso l'aggravante dell'associazione a delinquere di stampo mafioso mentre ha riconosciuto la sussistenza della premeditazione e delle attenuanti generiche.

Il dibattimento si è chiuso con l'arringa del legale di Pipolo, l'avvocato Rosa Esposito, la quale ha sottolineato che all'identità dell'esecutore materiale del duplice omicidio non si sarebbe arrivati senza le dichiarazioni rese dall'imputato.

"Siamo soddisfatti della pena ma ci aspettavamo che questo duplice omicidio venisse riconosciuto per quello che è: un agguato di camorra", è stato il commento dei legali della famiglia di Imperatore, gli avvocati Alessandro Motta e Concetta Chiricone. "Secondo noi questa è una sconfitta, malgrado la pena sia importante. Abbiamo chiesto l'ergastolo - continuano i due legali - perché riteniamo che Imperatore possa essere definito non solo una vittima dei reati mafiosi ma anche un martire: una persona che si sveglia la mattina per andare a lavorare e portare avanti la famiglia in maniera onesta in un città ma soprattutto nel quartiere in cui sono avvenuti i fatti, rende Imperatore un martire meritevole di ogni riconoscimento".

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