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Marittimi da oltre un anno lontano da casa: fermata nave cinese al Porto di Napoli

L'armatore della "Ocean Harvest" aveva costretto i lavoratori a sottoscrivere un nuovo contratto di arruolamento per ulteriori 11 mesi, impedendo loro di avvalersi del diritto di rimpatrio

Diciannove marittimi imbarcati da oltre 12 mesi, senza mai poter godere di una licenza, a bordo della nave portarinfuse cinese che è stata fermata nel porto di Napoli. E' quanto accertato dalla Capitaneria di porto di Napoli che ha fermato la nave cinese "Ocean Harvest" dopo aver riscontrato "gravi irregolarità" in materia di lavoro marittimo. Da oltre un anno i marittimi cinesi non rientravano in patria, a dispetto di quanto previsto dalle norme riguardanti il settore.

I controlli, eseguiti dal Nucleo specialistico e da un rappresentante dell'organizzazione internazionale dei marittimi, hanno fatto emergere che l'armatore della "Ocean Harvest", aveva costretto i lavoratori a sottoscrivere un nuovo contratto di arruolamento per ulteriori 11 mesi, impedendo loro di avvalersi del diritto di rimpatrio. Al personale della Guardia Costiera, i marittimi hanno manifestato il disagio di non poter rivedere le proprie famiglie da un periodo così lungo e hanno chiesto il riconoscimento dei propri diritti.

Gli ispettori del Nucleo Psc (Port State Control) guidati dal Capitano di Fregata Gennaro Fusco, hanno assistito a tutte le fasi del rimpatrio dei marittimi, dall'ottenimento degli agognati visti presso la locale Polizia di Frontiera fino al saluto finale quando a bordo dei Van messi a disposizione dall'armatore si sono recati in aeroporto, destinazione finale "casa".

La nave dopo aver sostituto la maggior parte dell'equipaggio e dopo essere stata sottoposta ai controlli degli ispettori Psc (Port State Control) e del registro di classifica americano ABS, ha ottenuto il permesso di ripartire.

"I volti felici dei marittimi - si legge in una nota della Capitaneria di Porto partenopea - rimarranno impressi nella mente degli Ispettori del Nucleo Psc di Napoli, agli ordini dell’Ammiraglio Arturo Faraone, sicuri di aver contribuito a far ritornare a casa i marittimi che avevano nei giorni scorsi lanciato un grido di allarme, chiedendo di ritornare a casa. La vicenda sta avendo una vasta eco sia a livello nazionale che internazionale, rappresentando un caso di studio per la difesa dei diritti dei lavoratori marittimi, e per il quale Guardia costiera sta ottenendo il plauso degli organismi internazionali deputati alla tutela del lavoro marittimo".

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