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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Andare oltre la musica è napoletanità pura, "Per rabbia e per amore": il nuovo libro di Antonio D’Errico

Un viaggio nel cuore della musica napoletana, nei meandri di Napoli per andare a trovare 11 artisti indiscussi. Intervista allo scrittore e sceneggiatore Antonio D'Errico

Qual è il futuro della musica italiana? Restare ancorata a mere esibizioni di chi esprime un talento su base musicale o tornare ad essere forza centrifuga capace di innovare, sperimentare e trasmettere emozioni? E’ questa la domanda a cui, senza retorica e pregiudizio, cerca di rispondere lo scrittore e sceneggiatore Antonio D’Errico nel suo ultimo libro “Per rabbia e per amore”.

Un viaggio nel cuore della musica napoletana che, più di tante altre, è stata capace di andare oltre ed essere, a suo modo, rivoluzionaria. Attraverso l’incontro con i suoi artisti più rappresentativi, D’Errico svela l’intimità nascosta dietro la “Neapolitan Power” (energia napoletana), corrente musicale nata negli anni ’70 che richiama il rock, blues e funk e vede come capostipite Mario Musella, voce degli “Showmen”, rimasto nella storia con la canzone “Un’ora sola ti vorrei”.

“Per rabbia e per amore” è un viaggio nei meandri di Napoli per andare a trovare 11 artisti indiscussi: James Senese, Enzo Gragnaniello, Pietra Montecorvino, Eugenio Bennato, Peppe Barra, Antonio Onorato, Antonio Nicola Bruno, Tony Esposito, Nello Daniele, Lino Pariota e Mimmo Maglionico. Come sempre, D’Errico pone una telecamera di fronte al suo interlocutore e con domande puntuali lo mette a nudo. Si parla di musica, ma anche di temi storici come l’Unità d’Italia vissuta dal Sud, di attualità come i fenomeni migratori verso l’Europa e della stessa visione della vita. Del resto non potrebbe essere altrimenti da parte di chi ha scelto la musica come esperimento fuori da ogni moda e conformismo perché, come dice lo stesso Enzo Gragnianiello: “Avere gli stadi pieni di gente che urla e strepita è una condizione offensiva per chi ritiene di essere un artista. La musica è del silenzio, quella che arriva allo spirito delle persone”.

Antonio D’Errico come mai un libro sulla Neapolitan Power?

«Di libri ce ne sono già diversi, ma il mio vuole essere un viaggio letterale per unire non solo cantanti, ma artisti, in questo momento in cui la musica non ha una grande ispirazione ed è puro eclettismo. Vorrei capire se la musica ha senso come fatto estetico e basta oppure possa ancora essere rivoluzionaria. Questo volevo indagare e l’ho fatto tramite i napoletani perché la napoletanità, dissacrante e ribelle, si ritrova ancora nella musica nuova. Quindi i musicisti napoletani possono essere veri innovatori del futuro. Il resto è spettacolo e basta, ci sono gli X-Factor vari dove mostrare anche qualche qualità, ma resta solo show. Mentre Bennato, Gragnianiello, Senese cantano un’idea di cambiamento, innovazione attraverso la musica, se no la musica non ha senso.

C’è un autore l’ha colpita di più?

«No, ognuno di loro mi ha dato una grande emozione. Sono artisti veri che mi hanno accolto, hanno aperto le porte di casa, e si sono messi e parlare con me con grande volontà. E’ difficile sceglierne uno perché ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa di importante. 

Citi spesso Pino Daniele, che rapporto aveva questo con la Neapolitan Power?

«Pino Daniele la incarna pienamente, come anche Bennato per esempio m lui canta in italiano mentre Pino Daniele canta in napoletano e soprattutto è riuscito a fondere tutte le musicalità riuscendo ad innovare la musica, per cui per tutti diventa la forza napoletana della musica, lui resta napoletano fino in fondo»

Anche Gigi D’Alessio canta in napoletano.

«D’Alessio è un talento musicale, ha studiato, però si accontenta di essere un cantante dei sentimenti minimalisti di Napoli, senza voler cambiare. Rimanda alla tradizione classica e quindi non diventa “Neapolitan Power”. Prendiamo “Kalimba de luna” di Tony Esposito. Porta con sé una forza africana, porta il vento dei popoli del sud e senti che si va verso un mondo nuovo».

Comunque lei non li intervista solo sulla musica, anzi, su temi importanti come l’immigrazione e l’Unità d’Italia rivista come atto di forza del Nord sul Sud

«Questi temi sono cari a molti di loro come Bennato infatti lui parla di questa sorta di rivisitazione storica. Poi c’è Bruno che ripercorre la tradizione popolare, la storia dei briganti. Invece di immigrazione si parla con tutti gli altri, tenendo conto che sono interviste di due anni fa ormai. E’ interessante scoprire questi temi attraverso gli occhi degli autori, tra cui metto anche l’amore però, insieme alla spiritualità di Gragnianiello per cui la musica è raggiungimento di Dio»,

Visto che parli di amore, quanto è importante il sentimento nella Neapolitan Power?

«E’ fondamentale perché essere napoletano significa essere di grande sensibilità, arrivare a Napoli significa arrivare al cuore dell’uomo. Un uomo che è per forza scomposto perché per una napoletano arriva prima l’anima e poi tutto il resto, prima l’individuo e poi la società nella sua compostezza di regole»

Il suo prossimo lavoro?

«E’ un a biografia di Pino insieme a Nello Daniele, fratello di Pino, dove il giovane cantante rinnova il suo sentimento verso il fratello». 

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