rotate-mobile
Cronaca Castellammare di stabia

Il caso Castellammare finisce a Roma, interrogazione a Lamorgese. Il sindaco: "Senatori mascherati da paladini"

I parlamentari Ruotolo, De Petris, Errani, Mirabelli e Valente chiedono al Ministro dell'Interno una commissione su "eventuali condizionamenti malavitosi" nel Comune napoletano. Dura replica del primo cittadino Cimmino: "Vogliono solo destabilizzare la nostra azione amministrativa"

Dopo il recente arresto di 16 esponenti del clan D'Alessandro lo scorso 23 marzo, 5 parlamentari (Ruotolo, De Petris, Errani, Mirabelli e Valente) hanno depositato un'interrogazione indirizzata al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese perché si acceda agli atti del Comune di Castellamare di Stabia "al fine di accertare l'entità di eventuali condizionamenti malavitosi e ingerenze della criminalità organizzata". A renderlo noto è lo stesso Sandro Ruotolo, senatore eletto a Napoli.

"I clan operano non solo nelle tradizionali attività illecite legate al mercato della droga, del racket e dell'usura – sottolineano i parlamentari depositari dell'interrogazione – ma, come emerge dall'operazione 'Domino bis', si evidenzia un interesse della camorra nel sistema degli appalti pubblici e nell'inquinamento della politica, con il tentativo di condizionare l'esito in favore di imprese a loro legate”.

Ruotolo, De Petris, Errani, Mirabelli e Valente sottolineano che – secondo le risultanze investigative – il sodalizio camorristico sarebbe entrato all'ospedale San Leonardo "dalla porta principale grazie alla capacità di controllare appalti pubblici attraverso proprie ditte. In particolare, nel periodo di pandemia, si segnalano due settori strategici: il trasporto degli ammalati con il servizio ambulanze e le pulizie". Viene sottolineata dai parlamentari anche "la propensione e il tentativo del clan d'infiltrarsi nella politica a più livelli per condizionare l'amministrazione", e segnalati "diversi episodi accaduti nella campagna elettorale del 2018".

La risposta del sindaco: "Si mascherano da paladini"

Non si è fatta attendere la risposta del primo cittadino stabiese Gaetano Cimmino. Il sindaco parla di "nauseabonde strumentalizzazioni politiche" da parte di "chi cerca di spargere fango sul buon governo della città di Castellammare". Cimmino sottolinea di aver "spazzato via ombre, illegalità, abusi", e che il "solo scopo" dei senatori depositari dell'interrogazione è "destabilizzare la nostra azione amministrativa". Questi "si mascherano da paladini della legalità e hanno la presunzione di sostituirsi al lavoro delle forze dell’ordine", e sono "in totale confusione" (dato "che non sanno neppure che l’ospedale è in capo alla Regione").

"La mia sfida è un’altra, in linea con l’appello del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho – aggiunge quindi Cimmino – Castellammare deve ripartire dalla cultura e deve rinascere con la cultura. Vogliamo continuare ad entrare nei quartieri, nelle case e in ogni anfratto della città, per piantare i semi della rivoluzione culturale che ci consentirà finalmente di respirare aria nuova e di plasmare le nuove generazioni". "Non temiamo alcuna commissione, perché noi vigiliamo giorno e notte, e lo sanno bene nelle caserme, in Questura, in Procura ed in Prefettura – conclude il sindaco – Senatori, fate il vostro mestiere, se ci riuscite. Io faccio il mio e dalla mia città vi saluto affettuosamente".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il caso Castellammare finisce a Roma, interrogazione a Lamorgese. Il sindaco: "Senatori mascherati da paladini"

NapoliToday è in caricamento