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Venerdì, 26 Aprile 2024
L'evento / Torre annunziata

Gratteri nel rione del clan Gionta: l'incontro al Marconi

Serata organizzata dal Movimento Agende Rosse di Torre Annunziata

L'istituto tecnico Marconi si conferma un presidio di legalità nel quadrilatero delle carceri di Torre Annunziata. Grazie all'evento “Ancore della legalità”, organizzato dalla sezione oplontina di Agende rosse, la città ha avuto l'occasione di incontrare una figura fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata nel mondo. Si tratta di Nicola Gratteri, star della serata che l'ha visto raccontare la sua esperienza di anni di guerra contro la 'ndrangheta. A fare gli onori di casa è stata la dirigente scolastica Agata Esposito che ricordato “l'importanza di eventi come questo per affermare un concetto semplice: la scuola è un luogo sicuro per i nostri ragazzi anche in un quartiere difficile. Ci proponiamo come un presidio di legalità per tutta la città a cui servono esempi come quelli dei nostri ospiti per recuperare la propria immagine pulita”.

Le parole di Borsellino 

Il presidio “Giancarlo Siani” di Agende Rosse, diretto da Salvatore Aulicino Mazzei, ha messo insieme un parterre di tutto rispetto invitando anche il fondatore del movimento, Salvatore Borsellino. Il fratello del giudice ucciso dalla mafia ha ricordato i punti oscuri della strage di via D'Amelio. “A 30 anni dall'anniversario della morte di Giovanni Falcone ho assistito a una smodata retorica dopo che ne è stata disattesa l'eredità. Si sta distruggendo il suo patrimonio smantellando le leggi antimafia e poi lui e Paolo vengono messi sulla moneta da due euro. Sarebbe stato meglio metterla su quelle dei 30 denari per i quali sono stati traditi. Per questo – ha aggiunto amareggiato – ho scelto il silenzio in occasione dell'anniversario di via D'Amelio. Se si vuole onorare la memoria di mio fratello bisognerà indagare veramente sul depistaggio e su chi ha preso l'agenda rossa. Un'agenda che ha cominciato a scrivere dal giorno della morte di Falcone e al cui interno ci sono i motivi per cui è stato ucciso. Sicuramente aveva scritto della trattativa che non avrebbe mai accettato e sono convinto che per questo che è stato ucciso”. Prima e dopo Borsellino sono saliti sul palco, Aaron Pettinari capo redattore di “Antimafia duemila”, Stefano Baudino, giornalista ed autore del libro: “La mafia non è una cosa da adulti” e Angelo Garavaglia Fragetta del direttivo Movimento Agende Rosse. La serata è stata moderata da Roberto De Candia è ha recitato il suo ultimo atto proprio con l'intervento del procuratore di Catanzaro.

L'intervento di Gratteri 

Gratteri è stato accolto dall'applauso di tutta la platea che si è alzata in piedi tributandogli una standing ovation. Davanti ai tanti ragazzi delle scuole torresi presenti, ha palato dell'importanza dell'istruzione “in un Paese dove un garzone della mafia gira con l'auto da 80mila euro mentre un professore guadagna pochissimo e viene visto come uno sfigato. Le mafie ci somigliano e non hanno bisogno di sparare perché siamo diventati più corruttibili. La nostra società adesso ti valuta su ciò che possiedi e ai potenti conviene avere un popolo ignorante perché un popolo colto è più capace di ribellarsi. Quando ero piccolo noi ci inchinavamo quando passava un insegnante per strada”. Gratteri ha poi posto l'accento su cosa non funziona nel sistema giudiziario. “Non è proporzionato al livello criminale attuale. C'è bisogno di cambiare i codici e poi assumere magistrati e forze dell'ordine. Siamo sotto organico di migliaia di persone”. Si è anche soffermato sulla debolezza dell'Italia a livello internazionale nonostante abbiamo la legislazione antimafia più avanzata del mondo. A un ragazzino che gli ha chiesto come fa ad andare avanti nonostante i pericoli che corre ha risposto: “I magistrati non si fermano perché non ha senso vivere da codardo”. La serata si è conclusa con la consegna dei premi realizzati dagli artisti del Collettivo Artemisia.

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