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Cronaca

Giunta e gruppi consiliari, due rebus per Manfredi

Pd, Movimento 5 Stelle e Azzurri alle prese con liti interne per la scelta degli assessori

A 24 ore dalla sua proclamazione ufficiale sono ancora tanti i punti interrogativi irrisolti per il nuovo sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Sono giornate convulse soprattutto per la composizione della nuova Giunta. Dati, ormai, per scontati i nomi di De Iesu ed Edoardo Cosenza è bagarre tra le altre liste della maggioranza per accaparrarsi un assessore

Ma più che tra un partito e l'altro, pare che i maggiori problemi arrivino dalle divisioni interne. L'ex rettore della Federico II avrebbe assicurato un assessore a chi ha eletto almeno due consiglieri, ma ha contemporaneamente posto un diktat: nessun consigliere sarà nominato in Giunta.

Doccia fredda per molti. Per esempio, per Ciro Borriello, primo per voti del Movimento 5 Stelle. Manfredi avrebbe proposto ai grillini il nome di Sergio Costa, ma avrebbe ricevuto un secco "no" sia da Luigi Di Maio che da Roberto Fico. L'ex ministro dell'Ambiente non è in buoni rapporti con i due leader del Movimento da quando è stato fatto fuori dal Governo Conte con modi ritenuti troppo spiccioli. Anche il nome di Valeria Ciarambino non è più tra i papabili: preferirebbe restare in Consiglio regionale piuttosto che avventurarsi in una Giunta comunale che si prospetta precaria.

Non sta meglio il Pd, che ha eletto sei consiglieri da tre correnti diverse. Senza contare le spinte che arrivano da Roma e che Manfredi non può ignorare se vuole in tempi brevi i soldi del salva-Napoli. Per placare gli animi, oltre al nome del segretario provinciale Marco Sarracino, nelle ultime ore sembra farsi largo, per la Giunta, anche quello dell'ex magistrato e presidente Dem Paolo Mancuso.

Un'altra spina è all'interno della lista Azzurri che contiene anche gli esponenti di Italia Viva. In questo caso, la scelta sarebbe tra Caterina Miraglia, madre del fondatore della lista Stanislao Lanzotti ed ex assessore regionale con Caldoro, e Graziella Pagano, dirigente del partito di Matteo Renzi, il cui nome sarebbe stato proposto proprio dall'ex presidente del Consiglio. 

Sul nome della Miraglia ci sarebbe un accordo pre-elettorale tra Manfredi e gli ex di Forza Italia che compongono la lista Azzurri. Un nome che creerebbe qualche mal di pancia per due motivi. Innanzitutto il passato legato al centro-destra della Miraglia. Una gatta da pelare di non poco conto dopo il caso Sollazzo sollevato da Napolitoday. Il secondo motivo è rappresentato dal processo per voto di scambio che dovrà affrontare Lanzotti.

Inoltre, dell'accordo non erano a conoscenza i renziani. Al netto di ciò,  appare difficile che Italia Viva ponga un veto netto su questo nome, anche se, tornando ai i soldi del salva-Napoli, a Manfredi converrà mantenere buoni rapporti anche con Renzi.

Non è da escludere che con tutte queste difficoltà si opti per una Giunta a tempo per rimandare le riflessioni politiche tra qualche mese.

Anche la composizione del consiglio comunale pone qualche grattacapo al sindaco. Posto che per fondare un gruppo consiliare servono almeno tre eletti, viene da te che soltanto il Partito Democratico, il MoVimento 5 Stelle, e la lista Manfredi sindaco potranno farlo.

Le altre liste della coalizione, Azzurri, Napoli Libera, Noi campani per la Città, Napoli solidale, Europa Verde, Centro democratico e Moderati dovranno trovare un accordo per creare gruppi trasversali. Un procedimento che potrebbe non essere semplice perché si scontra con le aspirazioni dei consiglieri riguardo le nomine a capogruppo e le presidenze delle commissioni consiliari.

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