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Cronaca Torre annunziata

«Giancarlo Siani non fu ammazzato dai Nuvoletta»

A parlare è il generale dei carabinieri Gabriele Sensales, all'epoca dei fatti comandante della compagnia di Torre Annunziata

«Giancarlo aveva fatto un'ipotesi, così come capita spesso ai giornalisti. Anche gli investigatori ne fanno eppure non vengono ammazzati. Allora bisogna ammazzare tutti quelli che fanno ipotesi investigative?». A parlare è un testimone privilegiato della vicenda di Giancarlo Siani. Si tratta del generale dei carabinieri, attualmente in pensione, Gabriele Sensales. In occasione della commemorazione dedicata al giornalista del Mattino, ha rilasciato al suo giornale un'intervista che dà una chiave di lettura del delitto che a 33 anni di distanza lascia ancora dubbi. Secondo l'allora comandante dei carabinieri della compagnia oplontina, l'omicidio di Siani è partito da Torre Annunziata e nulla c'entrano i Nuvoletta.

A sostegno di questa sua convinzione, rivela dei dettagli che sono inquietanti. Quando venne ammazzato il giornalista lui dispose una serie di posti di blocco in entrata ed in uscita dalla città per provare a bloccare eventuali pregiudicati di ritorno dal luogo del delitto. In un primo momento venne arrestato Alfonso Agnello, ritenuto l'esecutore materiale del delitto. Dopo una decina di giorni venne scarcerato perché la moglie fornì come alibi il fatto che aveva ricevuto una multa a Castellammare all'ora del delitto. Successivamente venne scagionato perché ritenuto somigliante ad uno dei due killer poi condannati. Il generale ha, però, fatto notare che Agnello aspettò dieci giorni prima di fornire questo alibi e soprattutto che l'agente addetto alle contravvenzioni era un parente di Eduardo Di Ronza, numero due del clan Gionta in quel periodo.

Sensales ha poi raccontato un altro episodio inquietante: subito dopo il delitto andò da lui il pretore di Torre Annunziata, Luigi Gargiulo. Era trafelato e molto spaventato perché riteneva che l'omicidio fosse un avvertimento del clan ai suoi danni. Chiese la scorta al militare dichiarando altrimenti di non muoversi più di casa. Sensales ritiene che la paura di Gargiulo fosse fondata e per un motivo non proprio lusinghiero. Ad inviargli quell'avvertimento sarebbe stato il clan Gionta insieme all'allora sindaco di Torre Annunziata, Domenico Bertone. Gargiulo aveva in diverse occasioni provato ad utilizzare Giancarlo Siani per scrivere delle rivelazioni contro Bertone che, a dire del militare, odiava. Una lotta tra poteri in città di cui il giovane cronista rimase vittima con sullo sfondo il clan Gionta che riusciva ad entrare e controllare le stanze del potere con la forza intimidatoria delle armi e della corruzione post-terremoto. Queste trame vennero rivelate subito dal militare al procuratore Aldo Vessia ma dopo pochi mesi venne trasferito a Firenze.

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