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Cronaca

Topo d'appartamento finisce in manette: "C'è stato un errore di persona"

L'uomo ha negato tutto davanti al giudice

E’ finito nel carcere di Lecce con l’accusa di essersi introdotto di notte, con un complice non ancora identificato, in un’abitazione a Napoli, e di essersi impossessato di contanti per 1.470 euro, di un dispositivo Alexa e di uno zaino in tela. Ma l’arrestato, Vincenzo Del Prete, napoletano di 51 anni, residente a Collepasso, sostiene di essere vittima di un errore di persona, perché nel capoluogo campano non si sarebbe recato neppure una volta nell’ultimo anno.

Come riporta LeccePrima, lo ha spiegato ieri mattina dinanzi al giudice del tribunale di Lecce Angelo Zizzari che lo ha interrogato per conto del gip del tribunale partenopeo Marco Giordano, firmatario dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita nei giorni scorsi.

Ha negato ogni responsabilità

Durante il confronto, alla presenza dell’avvocato difensore Fabrizio Mangia, l’indagato - che dal 1985 ha collezionato numerose condanne per reati contro il patrimonio (trenta delle quali divenute già irrevocabili) e per reati in materia di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione ed evasione - ha negato la sua responsabilità nel furto avvenuto la notte del 22 ottobre scorso, tra l’1.50 e le 2.30, durante l’assenza temporanea del proprietario dovuta a ragioni lavorative.

Stando all’ordinanza di custodia cautelare, tuttavia, sembrerebbero non esserci dubbi in merito al coinvolgimento di Del Prete: a “inchiodarlo” sarebbero state le due telecamere di sicurezza piazzate nella casa dove si sarebbe intrufolato dal balcone (considerata l’assenza di segni di effrazione sulla porta d’ingresso).  Una di queste, in particolare, alla quale il 51enne si sarebbe avvicinato involontariamente con il volto, avrebbe offerto agli inquirenti il suo “primo piano”.

I filmati sono stati consegnati dal padrone di casa al momento della denuncia in Questura e gli investigatori, senza alcuna titubanza, hanno riconosciuto Del Prete, essendo un individuo noto da una quarantina d'anni nelle aule di giustizia.

All’esito dell’interrogatorio di garanzia, il legale ha presentato istanza di revoca della misura cautelare al giudice Giordano, sollecitando ulteriori indagini sul cellulare del suo assistito (rimasto nella disponibilità della coniuge dopo l’ arresto), in considerazione del fatto che da una prima analisi effettuata dallo stesso difensore, il dispositivo in quei giorni risulterebbe nel Salento.

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