"Non ce l'ho con l'Arma ma solo con chi ha sparato a mio figlio"
Gianni Bifolco, papà di Davide: "Ora ci accusano anche di essere vicini alla camorra perché tutti vengono a portarci le loro condoglianze. Che devo fare? Chiedere la fedina penale?"
"Non ce l'ho con l'Arma dei Carabinieri ma solo con quel Carabiniere che ha tolto la vita a mio figlio, che me lo ha giustiziato. Io voglio verità e giustizia, niente di più, ai magistrati il compito di fare chiarezza perché sappiamo bene come va a finire quando le forze dell'ordine uccidono qualcuno". Lo ha detto Gianni Bifolco papà di Davide, il 17enne morto a Napoli, in un'intervista a Radio 105 in onda nella trasmissione 'Benvenuti nella Jungla'.
"I Carabinieri dovrebbero proteggerci non ammazzare i nostri figli. Io nei confronti dello Stato non provo ostilità, non ce l'ho con lo Stato anzi, ringrazio il comandante provinciale colonnello Minicucci perché, togliendosi il cappello in segno di rispetto per Davide, ha compiuto un gesto umano, corretto e nobile che rende onore alla divisa".
E poi: "Ora ci accusano anche di essere vicini alla camorra perché tutti vengono a portarci le loro condoglianze: che devo fare? Chiedere la fedina penale quando qualcuno viene qui? Devo cacciare via tutti? Io prendo le distanze dalla criminalità". Infine il papà del 17enne spiega: "Stiamo aspettando che ci riportino Davide perché deve andare in pace, ha già sofferto abbastanza e me lo stanno ammazzando ancora una volta visto che non mi restituiscono il corpo".
