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Cronaca Torre annunziata

Armati nel rione del clan, in manette due giovani

Arrestati Andrea Langella e Salvatore Carpentieri trovati con una pistola con puntatore laser nel rione “Provolera” a Torre Annunziata

Sono stati trovati armati nel rione “Provolera” a Torre Annunziata. Una zona sotto il controllo della famiglia Chierchia-Fransuà storicamente alleata al clan Gionta. Uno di loro però è considerato vicino al clan avverso dei Gallo-Cavalieri e quell'arma con tanto di puntatore laser in tasca non prometteva niente di buono. I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Torre Annunziata agli ordini del capitano Andrea Rapone e del tenente Davide Acquaviva, hanno arrestato poche ore fa Andrea Langella e Salvatore Carpentieri. Rispettivamente di 20 e 26 anni, sono stati trovati in possesso di una pistola con il colpo in canna e pronta a far fuoco. Una semiautomatica calibro 9 con matricola abrasa, sette colpi in canna e puntatore laser. I due giovani sono accusati di detenzione e porto abusivo d'arma da fuoco oltre che di resistenza a pubblico ufficiale.

I militari li hanno notati mentre si aggiravano all'interno dei vicoli del rione nei pressi della Real Fabbrica d'Armi. Hanno provato a fermarli per un controllo ma i due in sella ad uno scooter hanno tentato la fuga tra i vicoletti. Gli uomini dell'Arma li hanno inseguiti ed hanno notato che Langella ha lanciato via la pistola prima di essere raggiunti. Dopo averli bloccati, i carabinieri hanno dovuto faticare non poco, arrivando ad una colluttazione, per riuscire a stringere le manette ai polsi ad entrambi. Dei due, Carpentieri è ritenuto vicino al clan camorristico dei Gallo-Cavalieri ed è stato coinvolto nell'inchiesta Mano Nera che nel 2013 portò ad 80 arresti mettendo in ginocchio la cosca. Gli investigatori stanno cercando di stabilire perché i due ragazzi giravano armati in un rione “rivale”.

All'ipotesi di un agguato si aggiunge quella di una possibile rapina ad un noto supermercato presente in zona. Alle indagini potrà essere utile l'analisi dell'arma sequestrata ed inviata al Racis di Roma per stabilire se sia stata utilizzata in altri fatti di sangue. In entrambi i casi comunque, l'azione è stata sventata dall'intervento dei militari che hanno trasferito entrambi al carcere di Poggioreale. Resteranno lì in attesa del processo per direttissima che si svolgerà domattina al tribunale di Torre Annunziata.  

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