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L'Oro di Napoli

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A cura di Redazione NapoliToday

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Cosa vedere a Pozzuoli: 6 luoghi imperdibili

Dall'Anfiteatro Flavio alla Solfatara, dal Tempio di Serapide al Rione Terra, NapoliToday vi accompagna in tour alla scoperta dei siti archeologici più famosi

Pozzuoli (antica Puteolis) è una delle aree archeologiche più interessanti e affascinanti del mondo. Affacciata sull’omonimo golfo, è situata nell'area vulcanica dei Campi Flegrei (cioè "campi ardenti"), una grande caldera attiva in stato di quiescenza. La città fu fondata nel VI secolo a.C. da coloni greci che le diedero il nome di Dicearchia (cioè “governo giusto”). Qualche secolo dopo, i romani, la soprannominarono Puteolis, per indicare i “piccoli pozzi putidi” presenti nell’area che emanavano vapori sulfurei. Durante l’impero romano, Pozzuoli divenne il più grande porto del Mediterraneo dove si tenevano i più importanti scambi commerciali dell'area. Con il progressivo sprofondamento del litorale puteolano, causato dal bradisismo (l’attività vulcanica che, in base alla pressione esercitata dai gas sotterranei, fa aumentare e diminuire l’altezza della città rispetto al livello del mare), gli abitanti furono poi costretti a lasciare, verso la fine del V secolo/inizi del VI secolo, i quartieri portuali della città e a stabilirsi sull'altura che un tempo fu, quasi certamente, l'acropoli di Dicearchia. Questa fu cinta di mura e diventò il centro fortificato per difendere la popolazione dalle incursioni nemiche. La lunga storia di Pozzuoli è ancora oggi ben visibile in ogni angolo della città. NapoliToday vi accompagna in tour alla scoperta delle sue bellezze e dei siti archeologici più famosi.

Anfiteatro Flavio

L’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli è il terzo anfiteatro più grande mai realizzato dai Romani, superato solo dal Colosseo e dall’anfiteatro dell’antica Capua. Costruito nel I secolo d.C., veniva utilizzato dai romani per i combattimenti tra i gladiatori e poteva ospitare fino a 40.000 spettatori. Anticamente sorgeva nell’area in cui confluivano le principali vie di collegamento tra l’antica Puteoli e il territorio circostante. Presentava tre ordini sovrapposti, quattro ingressi maggiori e dodici secondari. Nei sotterranei sono ancora oggi ben visibili i resti degli ingranaggi utilizzati per sollevare e trasportare nell’arena le gabbie con gli animali. Si racconta che nel IV sec. d.C. sarebbe stato preparato qui il martirio di San Gennaro, eseguito poi alla Solfatara. Per ricordare questo evento, nel 1689 fu costruita una piccola chiesa andata poi distrutta e successivamente sostituita da una cappella ancora oggi in parte visibile.

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