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Martedì, 30 Aprile 2024
L'Oro di Napoli

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A cura di Redazione NapoliToday

Classifiche e curiosità sulla Napoli da vivere. Food, eventi, arte, cultura e tradizione: una guida sui tesori cittadini

L'Oro di Napoli

Le 5 cose da vedere a Piazza Cavour e dintorni

Chiamata anticamente “Largo delle pigne" per i numerosi pini presenti, è una delle principali piazze del centro storico di Napoli. NapoliToday vi accompagna in un tour alla scoperta della sua storia e dei luoghi da visitare nei dintorni

La piazza è una delle più importanti del centro storico di Napoli, situata tra i quartieri Stella e San Lorenzo. Alla sue spalle vi è l’accesso al Rione Sanità, dove è nato e cresciuto Antonio De Curtis (in arte Totò), come indica anche una targa commemorativa posta presso la stazione Museo. Anticamente la piazza si chiamava “Largo delle pigne" per la presenza in loco di numerosi pini (in napoletano 'e pigne). Su di essa si affacciavano sin dall'antichità le mura settentrionali della città e la porta San Gennaro (la più antica porta della città e unico punto di accesso dalla parte settentrionale della città), detta così perché conduceva alle catacombe dove riposavano in precedenza le spoglie del santo martire. In seguito all'ampliamento delle mura verso l'esterno, nel 1537, sono statai costruiti i primi edifici nella zona, tra cui il Palazzo della Cavallerizza (oggi Museo Archeologico Nazionale). Nel 1870 la piazza è stata poi adornata dai giardini che tuttora occupano tutta la parte centrale (inglobando le due stazioni della metropolitana poste ai limiti laterali della piazza). In questo periodo è stata costruita anche la fontana del Tritone, al centro della piazza, restaurata nel 1933 dall'Ente Autonomo Volturno, su invito del Comune, quando la vecchia statua del Tritone (in stato di degrado) è stata sostituita da una nuova (copia dell’originale) realizzata da Carlo De Veroli. NapoliToday vi accompagna in un tour alla scoperta delle cose da visitare nei dintorni di Piazza Cavour.

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Il MANN è uno dei musei archeologici più importanti al mondo. La nascita delle collezioni che ospita sono merito del Re di Napoli Carlo di Borbone (sul trono dal 1734) che promosse l’esplorazione delle città vesuviane sepolte dall’eruzione del 79 d.C. (iniziata nel 1738 a Ercolano, nel 1748 a Pompei) e curò la realizzazione a Napoli di un Museo Farnesiano, trasferendo dalle residenze di Roma e Parma parte della ricca collezione ereditata dalla madre Elisabetta Farnese. Successivamente il figlio Ferdinando IV riunì nell’attuale edificio, sorto alla fine del 1500, i due nuclei della Collezione Farnese e della raccolta di reperti vesuviani già esposta nel Museo Ercolanese all’interno della Reggia di Portici. Dal 1777 l’edificio fu oggetto di un piano di ristrutturazioni e ampliamento, e con il ritorno dei Borbone a Napoli nel 1816 assunse la denominazione di Real Museo Borbonico. Concepito come Museo universale, ospitava istituti e laboratori (la Real Biblioteca, l’Accademia del Disegno, l’Officina dei Papiri), trasferiti in altre sedi nel 1957. Le collezioni del Museo, divenuto Nazionale nel 1860, sono andate arricchendosi con l’acquisizione di reperti provenienti dagli scavi nei siti della Campania e dell’Italia Meridionale e dal collezionismo privato. Oggi ospita oltre a un’ampissima sezione delle civiltà greco-romana coi numerosi reperti recuperati da Pompei, Ercolano e Roma, tra cui spicca la collezione Farnese, anche un’importantissima sezione egizia (la più grande in Italia dopo il museo di Torino), e un’interessantissima sezione topografica che documenta la storia dei principali siti archeologici in Campania.

Picasso al Mann  (11)

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