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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il racconto dell'evento dell'anno

Coldplay: "Ci siamo allenati 25 anni per suonare a Napoli"

La prima sera del primo concerto napoletano della band inglese è andata e accontenta tutti. Martin e compagni commuovono i migliaia di fan con Napule è di Pino Daniele. NapoliToday c'è stato per raccontare i momenti più belli del concerto dell'anno che ha avuto tra gli spettatori Favino, Valeria Golino, Rania di Giordania e Luisa Ranieri

È stato meraviglioso! Fantastico! Grandioso! A dirlo è lui, Chris Martin alla fine del bis di uno dei concerti dell'anno, l'apertura a Napoli del tour italiano dei Coldplay per Music of the Spheres- World Tour.

No, non partiamo dalla fine. Premiamo il tasto rewind, riavvolgiamo il nastro come avremmo fatto alcuni anni fa e cominciamo. Saremo buoni nei confronti di coloro che questa sera allo stadio Diego Armando Maradona e la settimana prossima a Milano assisteranno ai concerti sold out per cui spoilereremo il meno possibile.

Preludio e l'arrivo delle celebrità

Il 21 giugno ha un link con l'attesa, quella spasmodica. Per gli studenti delle scuole superiori è il primo giorno dell'esame di maturità, mentre per i fan dei Coldplay è il primo giorno del tour italiano di Music Of The Spheres World Tour, tratto dal loro ultimo album uscito il 15 ottobre 2021

il nono album in studio della band, che con le sue 12 tracce ha portato l'album a essere nel 2021 il più venduto nel giro di una settimana in tutto il mondo.

Si sa, conquistiamo i grandi numeri rapidamente fa parte della band britannica se consideriamo che quando a settembre i biglietti sono stati messi online per le date di Napoli e Milano sono andati letteralmente a ruba in poco più di un'ora lasciando a bocca asciutta in tantissimi .

Da quel momento è scattato un autentico conto alla rovescia che ha raggiunto il culmine in questi giorni con tutte le notizie trapelate come quella più succosa se si è un 'coldplayano' fino al midollo: le riprese del nuovo ducufilm su di loro per raccontare il tour scegliendo di girare molte scene a Napoli dove, in gran segreto con tutta la troupe, sono andati i Quartieri Spagnoli, gli chalet a Santa Lucia e la zona circostante l'isolotto di Megaride, Castel dell'Ovo e il lungomare Caracciolo. Sì se tutto vedrà questo nel documentario che ovviamente sarà intitolato Musica della sfera.

Finalmente il 21 giugno arriva. Che sia fatalità o meno, la data in cui i Chris Martin, Jonny Buckland, Guy Berryman e Will Champion, i Coldplay al gran completo suonano per la prima volta a Napoli iniziando la nuova avventura italiana dopo l'esibizione del 2017, coincide con la Festa della Musica.

Se vogliamo credere ai presagi, questo è uno di quelli buoni, perché la loro è una vera festa con migliaia di invitati dove non mancano le celebrità che si confondono tra il pubblico.

Durante le performance della palestinese Laila Al Habash e del gruppo scozzese Chvrches, i supporter chiamati per le date italiane, sono arrivati ​​via via le star, portando quel pizzico di glamour che, in fondo, fa sempre bene,

Valeria Golino, Pierfrancesco Favino (il quale dopo Nostalgia torna in città per il nuovo film di Salvatores), Luisa Ranieri, Gigi D'Alessio, Caterina Balivo, Aurelio De Laurentiis con alcuni giocatori del Napoli mettono in stand by i loro impegni per non perdersi questa prima in cui la musica con la M maiuscola è la regina insieme a Rania di Giordania, anche lei tra la parata che è corsa al concerto.

Gente comune e persone famose si alternano. Se non fosse per le urla improvvisate dei ragazzi presenti passerebbe inosservato anche Matteo Paolillo alias Edoardo Conti di Mare Fuori che tra una ripresa e l'altra della quarta stagione non ha potuto fare meno di resistere al richiamo dei Coldplay. Tra le migliaia di persone presenti al Maradona-San Paolo, in prima battuta è difficile individuare i vip tanto che puoi camminare fianco a fianco all'uscita senza accorgersene e ascoltare delle frasi sparse sul concerto. '… Bé, sono dei grandissimi professionisti...” ci si volta e si scopre che la persona che ha appena fatto questo commento è Niccolò Fabi che mimetizzato tra la folla è proprio lì accanto a te.

Fabi ha ragione, i Coldplay sono dei professionisti, curando ogni singolo dettaglio dello spettacolo. Anche nella scelta dei sostenitori non hanno deluso. Il mood è quello giusto per assaporare i vari gusti del pop. La band scozzese Chvrches sono la scoperta di una serata piena di sorprese per tutti coloro che prima di ieri sera non li hanno mai ascoltati. La cantante dei Chvrches è una forza della natura, non si meraviglierà se per lei tutti parleranno di loro. Lei è un melodioso Virgilio che ci guida piano, piano nel favoloso mondo dei Coldplay.

Coldplay al Maradona di Napoli ph Loredana Desiato

In passato Napoli e il Maradona-San Paolo è stato lo scenario di grandi nomi internazionali, ma in questa circostanza sembra di stare in un'altra dimensione, sconosciuta. È Come attraversare per la prima volta un confine straniero e si è contento perché si è tanto sognato di esserci.

I Chvrches finiscono. Sappiamo tutti che ci siamo.

Le intro strumentali Light through the veins di Jon Hopkins e Flying theme di John Williams (sì è proprio quella di ET) annunciano in musica il loro ingresso su quel palcoscenico ecosostenibile costruito in bambù e metallo riciclabile.

Buckland alla chitarra elettrica, Berryman al basso e Champion alla batteria avanzano. Poi arriva lui, Chris Martin.

E' giunta l'ora della musica, della buona musica. Sembra che tutto quello che c'è stato prima e che ci sarà dopo siano quisquilie.

Un live in 4 atti con effetti speciali green

Ipnotico da mandare in tilt il cervello per alcuni istanti è un concetto che potrebbe tornare più e più volte in questo articolo. Potrebbe essere il filo conduttore del live strutturato come se fossero 4 atti ideali dove le 22 canzoni in scaletta sono raccolte in base a criteri che seguono una logica.

MUSIC OF THE SPHERE, HIGHER POWER ADVENTURE OF A LIFE TIME, THE SCIENTIST si incalzano e con loro quelle luci colorate dei laser arricchire dai braccialetti in led di origine vegetale dati all'entrata e restituibili all'uscita.

Sì, sono proprio gli ormai noti braccialetti luminosi controllati a distanza di cui si è parlato i giorni scorsi e che hanno permesso al pubblico di essere una parte integrante della suggestiva scenografia.

I laser, le luci, le palle colorate che fluttuano, le proiezioni, sono dei veri e propri colpi d'occhio che fanno pensare 'WOW! Nemmeno nelle mie fantasie più belle immaginavo fosse così...'

Music of the Sphere World Tour Napoli Ph Loredana Desiato

Fuochi d'artificio alimentati con sostanze non nocivi, coriandoli biodegradabili che sembrano soffici petali sospesi in aria sono giochi visivi che rapiscono portando, appunto, in un altro pianeta dalle proporzioni grandiose dove la tecnologia quella più sofisticata dà il suo contributo.

Essendo degli ecologisti convinti i Coldplay hanno messo in piedi un live nel pieno rispetto dell'ambiente. L'intero spettacolo (audio luci, laser, ecc.) è gestito da un sistema di batterie elettriche che consente di usare il 100% di energia rinnovabile nel modo più efficace possibile, dove sono usati veicoli elettrici e carburanti alternativi.

Un live sostenibile che manda in visibilio non solo le migliaia e migliaia di fan presenti allo stadio ma anche i giornalisti. Sono tutti euforici, abbagliati e ipnotizzati da quell'esplosione di luci colorate.

Non c'è da dire, da una certa generazione in poi, come sanno fare i concerti i musicisti pop rock britannici e nessuno statunitense riesce a farli così bene, perché perfezione ed emozione vanno a braccetto. I Coldplay portano questi dettami nel creare e fare uno spettacolo in Italia, a Napoli piazza esigente, aprendo una strada per show di questa caratura fatti da star di fama mondiale, cosa che da ieri e oggi in poi potrebbe essere sempre più frequente nel capoluogo partenopeo .

Lo dicono tutti da tempo, nell'ultimo anno Napoli non è mai stata così internazionale ma con i Coldplay c'è qualcosa di diverso, si avverte di stare nel cuore del mondo.

Coldplay nel tour mondiale di Music of the Sphere

Chi è stato al concerto ieri sera ha scattato foto, realizzato video e storie pubblicate sui social, quindi tanto è già trapelato e visto, ma dal vivo è tutta un'energia avvolgente, un'esplosione gioiosa che resta impressa nella retina, che qualsiasi descrizione minuziosa appare ridotta. Sarebbe bello che le parole che si stanno scrivendo, come per incanto, diventassero immagini di quelle che si proiettano sui muri, sugli schermi, ma ciò è impossibile.

La complicità con il pubblico

'La musica non è solo un piacere per le orecchie, come la gastronomia lo è per il palato e la pittura per gli occhi. Se la mattina ascolto un po' di musica è per un motivo molto banale: dare alla giornata la sua giusta intonazione' scrive Muriel Barbery autrice de L'eleganza del riccio e queste parole descrivono con che animo si entra in contatto con la musica dei Coldplay . Ascoltare anche solo una loro canzone cambia l'umore dando un altro sapore all'andazzo della giornata.

Gli esperti di musica lo dicono da sempre, con il loro pop – rock impersonificano il loro millennio.

Premesso che è impossibile fare paragoni con gli illustri predecessori che in alcuni casi erano o sono come loro in quattro, ma i Coldplay hanno inciso delle canzoni che potrebbero essere considerati dei classici, consacrandoli delle icone popolari, perché anche persone che non li segue e non li apprezzate ha ascoltato volentieri canzoni come Clocks, Yellow, A Sky Full of Stars, Fix You, Something Just Like This e Paradise pensando 'Però che carica danno...'. Queste canzoni sono presenti nella scaletta del live pensato per Napoli e, quasi sicuramente, per le altre tre date della settimana prossima a San Siro.

Proprio quando è il momento di Paradise ci si rende conto perché Chris Martin e compagni piacciono anche al pubblico tanto da rendere i biglietti ai concerti introvabili. Sono dei trascinatori.

Alla fine di Paradise Martin ripete più volte in italiano 'Grazie!' Lo dice con una voce flebile, quasi intimidito. In questo momento si china come se cercasse un'intima complicità con il suo pubblico che ha fatto fuochi e fiamme per essere lì per ascoltarlo dal vivo. Come se volesse sussurrare qualcosa all'orecchio intona senza musica il ritornello di Paradise per cantarlo con le migliaia di spettatori.

Il frontman britannico coinvolge ogni volta che può il pubblico. Lo fa in tutti i modi. Quasi, quasi, se potesse, li farebbe salire davvero tutti loro sul palco per questa grande festa della musica che lui e company hanno organizzato a Napoli e per il pubblico italiano.

Martin durante il primo giorno del concerto al Maradona ph Loredana De Siato

All'inizio del quarto atto che rappresenta il momento del bis Martin e tutta la band scendono dal palcoscenico e attraversano il pubblico. Ovviamente sono travolti dall'affetto delle persone che lavorano la zona del prato. Lo percorrono tutto per raggiungere all'estremità uno stage molto più piccolo per cantare alcune canzoni che Martin suona anche lui impugnando la chitarra. Quel palco di dimensioni nettamente inferiori per loro rappresenta la casa. In questo momento avviene una sorpresa che riveleremo tra qualche riga.

L'energia che trasmettono dal palco artisti come lui rendono ben chiaro come mai alcuni sfondano restando nel tempo delle stelle intramontabili, senza tempo, che al di là dei decenni saranno ascoltati mentre altri non avranno mai quella potenza: è questione di carisma che insieme al talento non lascia spazio per nessuno, che sia su un palco lasciandoti senza fiato o ascoltando su una piattaforma o un album vengono fuori con la consapevolezza che cavalcheranno l'onda restando degli evergreen.

Poi, come un lampo improvviso, arriva Viva la Vida quella canzone che nel 2008 per mesi li ha tenuti in vetta alle classifiche. Molti forse proprio da quel inno alla rivoluzione con cui a loro volta hanno rivoluzionato, a loro modo la musica negli ultimi 25 anni, li hanno iniziati ad amare in eterno. Nel modo in cui l'eseguono sembra di rivedere il video che per chi ama questa canzone conosce a memoria.

Viva la vida è intrisa di un profondissimo significato che lascia intuire la pasta umana e culturale dei Coldplay, mettendo insieme da sempre d'accordo l'ascoltatore da mainstream e critica, infatti li rende degli idoli anche per una platea più sensibile a tutto ciò che è più filosofico e meno prosaicamente terreno.

Sì, Viva la Vida appartiene a quella categoria di canzoni che come scriverebbe la Barbery si ascolta per dare alla giornata la giusta intonazione

Il tributo al Napoli

“Ve vulimm' bene assaje. È da 25 anni che ci alleniamo per venire a suonare a Napoli" dice Chris Martin una mezz'oretta dopo l'inizio del live. Lo dice in italiano dove include qualche frase in napoletano con quel suono irresistibile che solo i britannici doc hanno.

Coldplay il live di Napoli ph Loredana De Siato

E' vero, da anni anelano di suonare a Napoli. Quando il 4 maggio il Napoli ha vinto lo scudetto dal loro account Twitter sono stati i primi a complimentarsi con la squadra sottolineando che non vedevano l'ora di suonare a Napoli. Questo giorno è finalmente arrivato e loro sono euforici e gasati di stare qui al pari del pubblico. Si avverte quando è scena per sviolinate da immagine per tenersi sempre buoni i fan delle città e nazioni dove si va e altrettanto si sente quando è reale esibirsi in un determinato luogo perché una città e il suo pubblico rendono tutto sublime e senza sé e senza ma , unico non solo perché sono esibizioni dal vivo.

Chris Martin è innamorato di Napoli e della sua cultura. A tutti i costi è voluto venire un giorno prima per godersi la città e visitare con attenzione gli Scavi di Pompei essendo realmente uno studioso.

E' contento quando un fan che si trova sotto al palco gli dona una sciarpetta del Napoli e con fierezza l'avvolge al collo. Coglie subito l'occasione per dire “Napoli, campioni d'Italia” (cosa che ripeterà di nuovo nel corso del concerto).

E' proprio in questo punto del concerto è colpito da ciò che ha scritto su un cartellone un ragazzo napoletano. E' una manciata di secondi, ma per lui bastano. Lo invita a salire sul palco. Lo sceglie per cantare con lui al piano Songbook. Un po' di invidia per quel ragazzo che in quel momento è il prediletto di Chris Martin c'è, ma è magia che tutto in quei minuti in cui cantano insieme tutto si cristallizza.

Non è l'unico momento in cui il Napoli è presente con omaggi e riferimenti calcistici

All'inizio della terza parte del concerto poco prima di Human heart le persone intonano 'i campioni siamo noi' mentre formano un cuore il con le luci dei bracciali a led.

Siamo al bis. Avviene la sorpresa che abbiamo anticipato. Chi ha visto l'account social di qualche contatto che ieri sera è stato al concerto già immagina ciò che sta per leggere. Chris Martin con la sua chitarra canta Napulè, il capolavoro di Pino Daniele. Non traduce una sola sillaba in inglese. La canta rispettando Pino Daniele. E' poesia. Tutti lo guardano rapiti. In quel momento uno sbrilluccichio c'è negli occhi di tanta gente e non per le luci scintillanti che hanno accompagnato le note dei Coldplay per tutta la serata.

Chi l'ha visto sui social si sarà disperato perché non è stato lì, mentre chi stasera andrà al concerto conterà le ore ei minuti che mancano per andarci.

Ora non possiamo raccontare di più. Chi ha assistito e assisterà a Music of the Spheres World Tour è consapevole di essere un privilegiato, perché non ha smentito tutto ciò che si aspettava e si sapeva delle performance spettacolari dei Coldplay.

Cosa aggiungere se non Viva la vida. Viva la musica. Viva i Coldplay.

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