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Pomigliano Pomigliano d'arco / Via Felice Terracciano

Pomigliano, rapina in uno studio medico: il racconto di una vittima

"Hanno bussato alla porta come se fossero clienti, ma quando la segretaria ha aperto si è trovata puntata una pistola prima al viso e poi alle tempie"

Tutto è iniziato intorno alle alle 19.30 nello studio della Dott.ssa Gervasio, ginecologa di Pomigliano d'Arco. Tre uomini, armati di pistola, entrano nella sala d'aspetto, a volto scoperto. "Abbiamo avuto una paura incredibile - racconta una delle vittime a NapoliToday - Hanno bussato alla porta come se fossero clienti, ma quando la segretaria ha aperto si è trovata puntata una pistola prima al viso e poi alle tempie".

"Una scena da film. Noi eravamo davvero terrorizzati. La segretaria, impaurita, si è seduta mentre i tre uomini, con un forte accento napoletano, sopra la quarantina e con i capelli scuri, hanno iniziato ad urlare contro i presenti chiedendo violentemente di abbassare la testa per non essere riconosciuti. Ma qualcuno, per lo spavento, è rimasto immobile, e li ha fissati negli occhi".

"Ci hanno chiesto di dare tutto l'oro che avevamo addosso. Volevano anelli, collane e orecchini. Ma non hanno chiesto soldi. La segretaria, che aveva al dito due fedi nuziali, una personale e quella del marito morto, ha cercato di convincerli ad essere comprensivi e a non toglierle uno dei ricordi più belli della sua via. Hanno preteso entrambe le fedi, come animali", ha spiegato la donna.

Molte le persone all'interno dello studio, tra le quali alcuni bambini, rimasti sconvolti dall'intera situazione. "Una dei pazienti, non appena si è accorta della presenza dei tre rapinatori, è entrata nella stanza della dottoressa. Le due si sono chiuse nel bagno per paura che i malviventi potessero sparare contro la porta, e hanno avvertito i carabinieri. Questa è stata la nostra vera fortuna". Purtroppo, quando le forze dell'ordine sono arrivati, era già troppo tardi. Scappando, i malviventi hanno però lasciato un sacchettino con dentro alcune forcine, dei fazzoletti e degli spry per farci addormentare". 

"Una storia, la nostra, che è finita bene, ma che ha costretto i delinquenti a cercare altre vittime a Sant'Anastasia. Ora speriamo solo che i carabinieri possano riconoscerli e arrestarli, grazie al circuito di telecamere interne allo studio medico".

 

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