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La Roma di Fonseca vuole tornare tra le prime quattro per entrare in Champions

L'analisi in vista della partita contro i giallorossi

Archiviare l’ultima contraddittoria stagione, annata solo parzialmente salvata dalla qualificazione in Europa League, per ripartire da un nuovo progetto in grado di restituire una precisa identità di gioco alla squadra e di riportarla in pianta stabile a lottare per uno dei primi quattro posti in classifica. Ringraziato Ranieri per la generosa disponibilità ad accorrere al capezzale della squadra della sua città nel momento del bisogno, congedata la storica leadership del tandem Totti-De Rossi la Roma ha deciso di affidare la rifondazione a Gianluca Petrachi nel ruolo di direttore sportivo e a Paulo Fonseca in quello di responsabile tecnico della prima squadra. La società ha cercato, in sede di mercato, di ottemperare alle richieste del portoghese per allestire una rosa che gli consentisse di mettere in pratica la sua idea di calcio e permettesse di rinnovare la struttura di un gruppo che aveva bisogno di nuovi stimoli per tornare ad esprimersi ad alti livelli ma le ha sapute contemperare con le proprie esigenze finanziarie.

La conferma di Dzeko, ormai dato per sicuro partente in direzione Inter, con relativo rinnovo di contratto e successiva nomina a capitano costituisce l’autentico capolavoro della dirigenza che ha così risolto brillantemente il problema legato all’attaccante centrale. L’istantanea del momento descrive una formazione che occupa con pieno merito il quarto posto grazie agli ultimi due successi consecutivi, ha maturato un’identità molto ben definita e potrà incrementare notevolmente i propri standard di rendimento appena recupererà i numerosi giocatori al momento infortunati. Il nuovo allenatore ha avuto il merito di saper plasmare in un gruppo che si compatta sempre più davanti alle difficoltà sia i nuovi arrivati che i calciatori già in rosa recuperando diversi elementi che sembravano ormai inequivocabilmente fuori dal progetto, come testimonia la piacevole riscoperta di Pastore, un cardine della trequarti capitolina nelle ultime uscite.

I giallorossi praticano un calcio propositivo, di chiara matrice offensiva, attraverso la scelta del 4-2-3-1, schema a cui Fonseca non disdegna però di apportare i correttivi del caso quando le circostanze lo richiedono, che in fase di possesso, grazie anche all’atteggiamento di grande aggressività agonistica, tende ad accompagnare lo sviluppo della manovra proiettando diversi uomini nella metà campo avversaria, compresi i terzini che salgono fin sulla linea del centravanti bosniaco occupando il campo in ampiezza e favorendo l’accentramento degli esterni per andare a creare la superiorità in zona centrale.

Una simile condotta trova però il rovescio della medaglia nel concreto pericolo, una volta persa la sfera, di esporsi alle ripartenze che lasciano in uno contro uno i due difensori centrali, non impeccabili tra l’altro quando devono impostare. Fondamentale il lavoro svolto a centrocampo dal francese Veretout, il metronomo da cui transitano tutti i palloni, mentre Zaniolo porta sempre più a maturazione il suo sconfinato talento e capitalizza al meglio la libertà di poter svariare su tutto il fronte offensivo trovando maggiore continuità anche dal punto di vista realizzativo.

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