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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Maradona, l'eterno ragazzino di Lanus: i dolori che hanno reso artista il calciatore

Nessun mito dello sport ha mai avuto la sua popolarità. Una notorietà da leggenda vivente che all'argentino, spentosi a soli 60 anni, non è mai davvero bastata

Si è spento Diego Armando Maradona, eppure gli dei non muoiono. Ma è stato umano el D10S, non soltanto divino. Umano, anzi sovraumano nei vizi come nelle virtù.

Maradona non era in buone condizioni di salute, e non per la prima volta. A inizio mese l'operazione al cervello per un edema, ma prima ancora la depressione esplosa in occasione del suo sessantesimo compleanno.

Era un artista, l'argentino, non soltanto un calciatore. Un artista di calciatore. Dietro quell'inventiva, dietro il guizzo del genio, c'era una sensibilità lancinante, presa negli anni a calci sulle caviglie dalle dipendenze, dall'età, da quelle difficoltà dell'esistenza cui vanno incontro le stelle cadenti.

In verità, il barrilete cósmico non è mai decaduto. Nessuna leggenda dello sport è davvero rimasta popolare comunque, sempre e ovunque come lui. Eppure questa popolarità – di cui pure è sempre stato affamato – non gli è davvero mai bastata, come non è stato mai soddisfatto dal vincere, dal perdere, dall'amare e dall'essere amato, dall'avere una famiglia, dall'avere due interi popoli che pendevano dalle sue labbra.

Uno spirito fortissimo e fragilissimo quello dell'eterno ragazzino di Lanus, come non poteva essere altrimenti per uno dei personaggi più complessi e importanti che la storia dello sport - e non soltanto dello sport - possa mai ricordare e, per sempre, celebrare.

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