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Legambiente: in Campania due metri di spiaggia su tre sono gestiti da privati

Lo studio di Legambiente evidenzia che in Regione ci sono quasi 4000 concessioni demaniali e che il litorale di libero accesso è il 33%

In Campania complessivamente si può stimare che le sole concessioni relative agli stabilimenti ed ai campeggi superano il 67% di occupazione delle spiagge campane. Ciò significa che solo il 33% del litorale della nostra regione è di libero accesso. In dettaglio sono 3.967 le concessioni demaniali marittime, di cui 916 sono per stabilimenti balneari, 137 per campeggi, circoli sportivi e complessi turistici, mentre le restanti sono distribuite su vari utilizzi. Lo evidenzia il nuovo rapporto Spiagge di Legambiente.

"Le spiagge rappresentano una straordinaria risorsa del nostro Paese, sia in chiave ambientale che turistica, - spiega Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania - ma anche spazi vissuti da milioni di persone per diversi mesi all'anno. È necessario ragionare su come valorizzare queste straordinarie potenzialita' e come affrontare i problemi trovando soluzioni innovative". In Italia - si legge nel report - non esiste una norma nazionale che stabilisca una percentuale massima di spiagge che si possono dare in concessione, tale scelta viene lasciata alle Regioni che il più delle volte optano per percentuali molto basse. La Campania ha imposto un limite minimo del 20% della linea di costa dedicato a spiagge libere.

Un caso limite si riscontra a Pozzuoli, dove si trovano 11 stabilimenti nell'arco dei 7,6 km di costa, pari al 47,5% di occupazione, ma ci sono cancellate a bloccare l'accesso al mare, rendendo di molto inferiore la porzione di costa di libera fruizione. A questi dati occorre aggiungere l'interdizione alla balneazione per l'inquinamento che riguarda quasi due chilometri di costa.  

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