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Rc Auto: “I napoletani sono discriminati, ecco i dati”

Il commento ai dati dell'Ivass di Roma è dello studioso del Cnr-Irat Antonio Coviello: "Meno sinistri, liquidazioni più rapide, eppure per i campani premi più alti". E non ci si assicura più

Discriminazione contro Napoli. L'Rc Auto è da sempre un terreno molto scivoloso dal punto di vista delle disparità di trattamento tra le zone del Paese, ma adesso c'è chi denuncia una vera e propria “discriminazione tariffaria” in atto. Con tanto di dati alla mano.
“Il loss ratio, ovvero i sinistri su premi di competenza, risulta del 55 percento a fronte di una media nazionale del 70,3 percento – spiega il professor Antonio Coviello della Seconda Università di Napoli e ricercatore Cnr-Irat, commentando i dati resi noti a Roma dall'Ivass - Ciò significa che la 'sinistralità' a Napoli è proporzionalmente più bassa rispetto al dato nazionale”. Meno incidenti quindi. E una velocità di liquidazione dei sinistri più rapida della media nazionale (a Napoli 45,4 percento, Milano al 67,2 percento).

E le tariffe? Più alte. Eppure i dati che dovrebbero portarle nella direzione opposta sono anche altri. “Posto che il premio è determinato dalla frequenza dei sinistri e dal costo medio – rileva ancora Coviello – si nota che il numero dei sinistri totali a Napoli è diminuito nel biennio 2012-2013 del 33,9 percento per numero ed anche per importo del 33,6 percento, mentre il premio medio è diminuito solo del 6,4 percento”.
“Di qui la giustificata lamentela degli utenti napoletani e campani, che si vedono aumentare i premi costantemente nonostante si riducano i sinistri”, spiega ancora il docente universitario. La conseguenza è che non ci assicura più (-8 percento di incassi in un anno), quindi meno entrate fiscali per le province.

Senza contare che oltre il danno c'è anche la beffa. Gli assicurati campani sono non soltanto i più tartassati dal punto di vista del premio netto (quello che poi si traduce nei soldi che ripagano i sinistri), ma anche nelle ulteriori componenti della cifra finale pagata per la polizza. “L'assicurato già tartassato soffre maggiormente delle imposte applicate – spiega Coviello – dal momento che, posto che il premio medio dagli assicurati è la base imponibile per il calcolo dei contributi delle imposte, paga ancora di più in proporzione ad altri”. “È evidente – conclude lo studioso – che una riduzione del premio medio avrebbe un effetto amplificatore sul prezzo pagato dagli assicurati”.

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