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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cultura

Marisa Laurito: “Tamponi per riaprire i teatri? E chi li paga?”

La direttrice del teatro Viviani contro la possibilità di imporre il test insieme al costo del biglietto

"Bisogna fare i tamponi per andare al teatro? Non ho capito, ma chi li paga? La gente che viene a teatro? Già per far venire la gente a teatro è una guerra, se aggiungi il costo del tampone al costo del biglietto, con questa crisi, ma chi ci va a teatro? Non si può pensare che la gente paghi un costo del genere". Così il direttore del teatro Trianon Viviani di Napoli Marisa Laurito all'Adnkronos sull'ipotesi di riaprire i teatri con l'obbligo di fare un tampone non più di 48 ore prima dell'evento.

"I teatri sono senza soldi e i biglietti costano -prosegue- poi c'è una riduzione dei posti perché ovviamente non si possono riempire i teatri. A me piacerebbe sapere chi li paga i tamponi corretti? Perché dicono che quelli rapidi oltretutto non sono sicuri. Inoltre per rimettere in piedi un teatro chiuso da un anno ci vuole del tempo. I teatri devono aprire in sicurezza e guadagnare. Per fare tutto questo bisogna saperlo in tempo e bisogna capire chi paga questo tampone. Se poi lo Stato dice: 'Siamo noi a pagare i tamponi ai teatri' ne sarei felicissima".

"Io come direttore del teatro Trianon Viviani non mi sono fermata mai -racconta la Laurito - ho preferito far lavorare gli attori in streaming per aiutare dando alla Rai, per esempio, lo spettacolo di Roberto De Simone. Ma noi abbiamo degli aiuti - tiene a sottolineare - siamo sovvenzionati, ma i privati che hanno avuto dei ristori senza rendicontazioni come fanno? Questi soldi che dovevano essere distribuiti a manovalanza, tecnici, attori, compagnie ecc senza rendicontazioni che ne sappiamo che fine hanno fatto?". "Siamo disperati -conclude- tutto il mondo dello spettacolo, attori, cantanti, musicisti e addetti ai lavori, è fermo da più di un anno. Bisogna riaprire il prima possibile. Noi al Trianon Viviani abbiamo dato lavoro a 350 persone tra attori, musicisti, sarti, tecnici e musicisti. Io ho lavorato come fossi aperta", conclude. 

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