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Cultura

Cinema al Femminile tra Italia e Francia, Francesca Comencini: “E' una rassegna che dà luce alle autrici”

La regista delle prime quattro stagioni di Gomorra apre ‘Cinema al Femminile tra Italia e Francia’, la rassegna del Grenoble che con proiezioni e incontri celebra la creatività femminile nel cinema italiano e francese. L'intervista

Italia e Francia unite per raccontare il cinema realizzato da donne con Napoli che fa da ponte. Questa è l’essenza di “Cinema al femminile tra Italia e Francia”, la rassegna a cura di Antonella Di Nocera, direttrice del festival “Venezia a Napoli. Il cinema esteso” e il console di Francia a Napoli Laurent Burin des Roziers, in collaborazione con Parallelo 41 che fino a luglio si svolgerà alla sala Dumas dell’Institut Français.

Presentato al Grand Hotel Parker’s, ‘Cinema al Femminile tra Italia e Francia’ segue la linea tracciata da Antonella Di Nocera da ‘Venezia a Napoli’: dare visibilità a quel cinema poco distribuito e, in questo, caso puntando su quello realizzato da registe italiane e francesi di tutte le età facendo anche un breve excursus che negli ultimi 30 anni ha visto affermarsi o emergere nuove autrici ma che troppo spesso sono rimaste, per certi aspetti, nelle retrovie e che con più fatica nell’affermarsi in una filiera essenzialmente maschile. 
“Tra la rassegna che curo a Ponticelli e Venezia a Napoli ho sempre cercato di scegliere e proporre film per il loro spessore culturale” dice Antonella Di Nocera e continua “L’idea è venuta da sé e io stessa da piccola produttrice (ndr a breve vedremo ‘Rosa Pietra Stella’ l’opera prima di Marcello Sannino da lei prodotta) ho avvertito che il cinema è un mondo dall'impronta ancora maschile. Parlano i dati, solo il 15% dei film prodotti sono fatti da donne. È limitato lo spazio dato. Io non sono particolarmente addentro alle tematiche femminili ma credo nella bellezza di film diretti da donne. Lo sguardo femminile si sente nel cinema c'è una sensibilità che passa attraverso la cinepresa”.

Programmazione

Con una programmazione che si continua ad arricchire ogni giorno, più di venti saranno le proiezioni che daranno voce alla creatività e al talento femminile, dove non mancheranno occasioni per fare il punto anche attraverso incontri con le registe e attrici ospiti aprendo uno squarcio e portando alla scoperta autrici attive e apprezzate nei due paesi. Molto attese saranno Antonietta De Lillo, Alice Rochwacher, Valeria Bruni Tedeschi, Catherine Corsini, Susanna Nicchiarelli e Valeria Golino in rassegna con tre film tra cui il suo Euforia.
Sono film che si distinguono per stile e generi, andando dal documentario al cinema noir; dal film storico a quello che affronta drammi sociali dove non mancano di mescolarsi anche le età dove ci sono autrici affermate ma anche giovani under 30. “Da anni il Grenoble prova a fare vedere a Napoli il miglior cinema, non solo francese e francofono, ma anche europeo, nell’ambito del nostro tradizionale appuntamento settimanale ‘Cinescoperta’, ogni mercoledì sera”  ricorda il console Laurent Burin des Roziers “Siamo fieri di allargare questa programmazione appunto con “Il cinema al femminile” che porterà in questa grande metropoli culturale i talenti di registe che spesso hanno già segnato la storia del cinema ma che comunque meritano ancora più visibilità”. 

Da Gomorra alla Luna Nera

Ad aver aperto la rassegna che ha l’obiettivo di durare nel corso del tempo è Francesca Comencini, regista delle prime quattro stagioni di Gomorra e della recente serie fantasy in sei puntate Luna Nera di cui oltre ad aver diretto i primi due episodi ha anche curato il progetto di questa serie ambientata nell’Italia del XVII secolo durante la caccia alle streghe raccontando la storia della sedicenne Ade. Una vera scommessa anche perché si è scelto un cast di attori ancora poco conosciuti dal grande pubblico. Figlia del regista Luigi Comencini, la regista che oltre a Gomorra ha girato a Napoli l’omonimo adattamento de Lo Spazio Bianco di Valeria Parrella, ha presentato alla Sala Dumas il suo ‘Amori che non sanno stare al mondo ’ presentato a Locarno e candidato nel 2018 a tre Nastri d’Argento.

Francesca, a pochi giorni della distribuzione su Netflix di Luna Nera è qui a Napoli ad aprire all’Institut Français ‘Cinema al femminile tra Italia e Francia’.
R: “Sì e mi fa piacere. Sono sempre emozionata nel tornare a Napoli dove ho un senso di appartenenza. Poi essendo io femminista sono contenta di essere in questa rassegna. Antonella la conosco e crea occasioni importanti in cui si crea uno scambio a livello più autentico. Non è questione di categoria o di quote rosa, semplicemente è che le donne fanno parte di metà dell’umanità per cui anche nel cinema non dovrebbero essere rilegate alla nicchia. Sono particolarmente contenta di questa rassegna che dà luce al cinema di autrici italiane e francesi essendo legata anche alla Francia. Mio padre Luigi all’età di 6 anni è emigrato in Francia e ha vissuto la sua adolescenza lì. Ovviamente come ogni emigrato ha vissuto i problemi dovuti all’emigrazione e durante questa adolescenza solitaria ha scoperto il cinema”. 

I dati dicono che i film diretti da donne sono nettamente inferiori, inoltre, ancora oggi l’unica donna ad aver vinto il premio Oscar come miglio regista è Kathryn Bigelow con The Hurt Locker…
“C’è un fenomeno strano che riguarda la produzione artistica delle donne registe ecco perché rassegne come questa sono importanti. Hanno uno strano destino le opere delle donne e non so per quale fenomeno ecco perché un’autoconsapevolezza femminile è importante ed ecco perché il femminismo è importante soprattutto per le ragazze di oggi. E’ vero, però, che i numeri sono più alti quando si parla di donne nel cinema dedite ai casting, alla produzione, al montaggio, ai costumi e alla sceneggiatura. Andrebbe fatta tutta un’analisi molto approfondita a riguardo. Sia chiaro, non è un discorso di arroccamento o contro qualcuno amo molto il cinema di tanti uomini ma sarebbe bello che tutti si interessassero anche al cinema fatto da donne”.

Le mancherà non tornare sul set napoletano di Gomorra per la quinta stagione?
“Mi mancherà Gomorra è stato un legame continuo avendo girato le quattro serie, ma la vita è fatta di cicli che cambiano. Sono orgogliosa di aver fatto parte di questo progetto che è stato molto controverso ma di enorme successo tanto che il New York Times l’ha inserita tra le 10 migliori serie del decennio. Poi ha fortificato il mio rapporto con Napoli dove i set si sono moltiplicati e sono felice che Gomorra non abbia danneggiato (ride). Sono felicissima che si giri tanto Napoli. Il legame con Napoli dura da tutta la vita essendo mia madre napoletana per cui anche per questo la amo ancora di più. Sono felicissima che si girino tanti film a Napoli, offre tanto. Il suo patrimonio artistico e culturale non si esaurisce mai poi c’è una grande tradizione attoriale. C’è linfa che è difficile trovare in altre città d’Italia. Fortunato chi viene a girarci o a viverci”.

Lei è a Napoli per ‘Cinema al Femminile tra l’Italia e Francia’ pochi giorni dopo che la distribuzione di Luna Nera. Parlando della serie la prima cosa che è balzata all’occhio è che venga indicata soprattutto per la straordinarietà che sia un progetto sulle donne realizzato principalmente da donne. Ciò dimostra che c’è strada da fare.
“Assolutamente sì, lei ha ragione.  Noi passiamo la nostra vita a essere circondate da uomini e anch’io sul set di Gomorra ho lavorato benissimo con degli uomini fantastici ma non era evidenziato la straordinarietà perché ritenuto normale. Ho avuto l’occasione di fare Luna Nera e non mi sono messa a tavolino partendo da un’ideologia ma piuttosto è scaturito da un desiderio avendo visto i lavori precedenti di Paola Randi e Susanna Nicchiarelli. Noi tre abbiamo esperienze lavorative diverse e loro due sono delle grandissime registe. Sono contenta di aver condiviso quest’avventura di Luna Nera che è davvero una bella scommessa produttiva considerando anche che la storia riguardo la Caccia delle Streghe è un argomento poco raccontato anche dai libri di storia”.

Considerando anche il fatto che è un fantasy in cui non mancano effetti speciali visivi, cosa ha cambiato Luna Nera nel suo modo di fare cinema? 
“E’ un azzardo Luna Nera essendo un fantasy. Anche prima di Gomorra non avevo mai girato scene da azione e poi in seguito ne ho girate un’infinità. Sono molto curiosa per cui mi piace e mi diverte confrontarmi con ciò che non conosco. Non ha cambiato tanto il mio sguardo nel fare cinema, semmai ho imparato. Il fantasy come genere nel nostro cinema e nella produzione delle nostre serie sono poco praticati in Italia per cui è molto interessante e stimolante cercare di trovare una nostra cifra per raccontarlo. Con Gomorra l’abbiamo trovato realizzando un Crime tipicamente italiano. Non essendoci in Italia un vero e proprio riferimento del genere fantasy, anche per quello che concerne il budget, c’è stata una grande riflessione da parte mia, di Paola e di Susanna a trovare una nostra chiave narrativa ed espressiva. Ho aperto una porta in più, vedremo come andrà”.

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