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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

"Giulia Cecchettin mi ricorda la mia Livia. Lui è uscito dal carcere, per me l'ergastolo del dolore"

Le parole della madre di Livia Barbato, la 22enne che morì nel 2015: era a bordo di un'auto che il suo fidanzato, Nello Mormile, guidò contromano in Tangenziale fino al fatale schianto

Livia Barbato aveva 22 anni quando morì nel 2015. Era a bordo di un'auto che il suo fidanzato, Nello Mormile, guidò contromano in Tangenziale fino al fatale schianto con l'auto di un uomo che andava al lavoro. Per la ragazza e per questi, il 48enne Aniello Miranda, non ci fu nulla da fare. Anna Laura De Rosa di Repubblica ha oggi intervistato Angela Buanne, la madre della ragazza, che ha messo in parallelo quanto accaduto a sua figlia con il femminicidio di Giulia Cecchettin.

"Non sono mostri, Elena Cecchettin ha ragione: non lo era Filippo come non lo era Nello prima di quella notte”, dice la donna facendo riferimento al profondo messaggio che la sorella di Giulia ha diffuso, in cui ha sottolineato che gli autori di femminicidio sono “figli sani del patriarcato”.

“Da madre oggi sto scontando l’ergastolo a vita del dolore, nessuno mi restituirà Livia. Nello è uscito dal carcere: 7 anni dentro, ora è un uomo libero e si rifarà una vita”, racconta Angela Buanne.

“La morte di Giulia mi ha colpito moltissimo, sono stata male, ho provato un grande dolore – prosegue – La sua dolcezza, il sorriso, mi ricordano la mia Lilly: mia figlia aveva i tatuaggi e il piercing ma era un amore di ragazza, dolcissima. È terribile perdere un figlio, e una femmina è tutto per una mamma”.

La donna si sente vicina alla famiglia della vittima. “Mi rivedo molto in Elena – dice a proposito della giovanissima sorella di Giulia – è bella battagliera, mi piace. Ma anche nel papà, in questo atteggiamento delicato, parla senza inveire”. Dà loro una sorta di consiglio, che è stato anche il suo modo per vivere il lutto: “Direi loro di darsi da fare nel sociale, è l’unico modo per far vivere le nostre figlie. Attraverso gli incontri nelle scuole Livia vive, è accanto a me: veramente la morte non esiste quando se ne continua a parlare. Gli uomini usciranno dal carcere, è la legge italiana, sono forse vittime di una società malata di patriarcato ma dovranno continuare a sentire a vita il nome delle donne e la loro storia che passerà di bocca in bocca”.

La giornalista le chiede cosa ha provato quando ha saputo della scarcerazione di Nello Mormile. “Mia figlia non tornerà indietro, i genitori scontano il fine pena mai – racconta la madre di Livia – La legge è questa e niente ci posso fare, io vado avanti con quello che faccio e con il libro (“Viaggio al centro della notte”, sulla vicenda della ragazza) che doniamo nelle scuole. Sono io il suo ergastolo, con la memoria e il ricordo. A mia figlia, a Giulia e a tutte le ragazze che hanno perso la vita a causa dell'irresponsabilità e della follia degli uomini che dicevano di amarle, un bacio nel cielo. Loro adesso sono angeli liberi”.

E sullo “scappare al primo segnale” che si consiglia alle ragazze aggiunge: "Bisogna allontanarsi appena gli uomini vogliono imporsi o alzano la voce. Ho visto il film della Cortellesi, non è che sia cambiato molto nella nostra società a distanza di anni. Il diritto al voto non è bastato”.

A Caivano, in una scuola, Angela ha letto uno stralcio del diario di sua figlia. È con questa citazione che si chiude la sua intervista: “L’accademia continua alla grande, in questi giorni lavorerò di nuovo con le magliette, quindi soldi, per il resto tanti progetti. Venerdì farò un esame e sarà sicuramente 30 e lode, non ho mai tenuto tanto alla media come in questi anni, sono fiera di me stessa. Grazie per la meravigliosa vita che ho”.

La tragedia di Livia Barbato

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