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L'inchiesta / Barra

Ecco chi sono i Valda: l'indagine che racconta il clan a un anno esatto dall'omicidio Maimone

Dall'omicidio di Ciro, alias “Macchiulella”, al ruolo di Luigi e Francesco Pio diventati boss giovanissimi

Quando esattamente un anno fa, il 20 marzo 2023, Francesco Pio Maimone perse la vita per un proiettile vagante esploso nei pressi degli Chalet a Mergellina, si sapeva poco di chi e perché aveva sparato. Si avanzarono varie ipotesi e dopo poche ore la più accreditata fu quella di uno screzio tra due gruppi di ragazzini legati ad ambienti criminali di Barra e del rione Traiano. Quando il giorno dopo, il 21 marzo, venne fermato l'allora 19enne Francesco Pio Valda, non si avevano molti dettagli sul suo conto. A un anno di distanza la Dda ha ricostruito gli affari della sua famiglia e il suo ruolo in quell'organizzazione. Quello che è venuto fuori è tutt'altro che rassicurante. Con gli 11 arresti di ieri, l'Antimafia ipotizza la creazione di un nuovo gruppo criminale che di quel ragazzino porta il cognome e il cui ruolo è tutt'altro che marginale.

Secondo la giudice per le indagini preliminari, Federica Colucci, che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare, Francesco Pio Valda a soli 20 anni, e lo è stato anche molto più giovane, è a capo di un nuovo clan insieme al fratello maggiore Luigi che di anni ne ha solo 23. I due sono protagonisti di un'alleanza con il clan Aprea e operano nel quartiere Barra. I loro nemici giurati sono i Cuccaro di Ciro Ronza Junior. La genesi che porta a questa contrapposizione racconta l'evoluzione e l'ascesa di questa famiglia che negli ultimi tre anni ha seminato terrore nelle strade napoletane. A partire dal 2000, anno in cui nasce Luigi Valda, nella zona di Barra esiste un unico gruppo criminale composto dalle famiglie Cuccaro, Aprea e Alberto. Un'alleanza che il tempo si incaricherà di incrinare e porterà all'entrata degli Aprea in un cartello con i De Luca Bossa-Minichini-Casella-Schisa-Rinaldi sancendo un allargamento degli affari anche al quartiere di San Giovanni a Teduccio, nell'area di influenza del più importante clan Mazzarella storico rivale dell'Alleanza di Secondigliano.

Il cambio di alleanza dei Valda e il passaggio dai Cuccaro agli Aprea

Ma senza sconfinare e restando nel quartiere Barra, i Valda rientrano in questi anni nell'orbita della famiglia Cuccaro, sotto la “direzione” di Ciro Valda, alias “Macchiulella”. Il 23 gennaio 2013, però, si verifica l'episodio che porterà al passaggio dei Valda dai Cuccaro agli Aprea. E non si tratta di un episodio di poco conto. Ciro Valda viene assassinato da Angelo Cuccaro per dissidi interni al clan. Da quel momento è chiaro che l'alleanza non può continuare e la scissione si concretizza nel 2015 quando i Valda creano un gruppo autonomo insieme agli Amodio e agli Abrunzo che passa sotto il controllo degli Aprea. Con la morte di Valda, a occuparsi dei figli, Luigi e Francesco Pio, bambini entrambi all'epoca dei fatti, è la nonna Giuseppina Niglio. La donna ricopre un ruolo fondamentale perché anziché allontanarli dagli ambienti criminali, li cresce all'interno di quelle logiche come futuri “eredi” degli affari criminali della famiglia. Un ruolo che le vale anche la qualifica di capo promotore del sodalizio criminale nell'ordinanza di ieri e che si concretizzerà qualche anno dopo.

La rottura tra gli Aprea e i Cuccaro e il “momento” dei Valda

Il momento della famiglia Valda arriva nel 2021. All'interno del cartello criminale partono i dissidi tra i giovani del gruppo soprattutto per la gestione delle piazze di spaccio. Gli Aprea cominciano a entrare in rotta di collisione con i Cuccaro e l'episodio più grave si verifica il 17 aprile 2021. Un commando composto da Luigi, Vincenzo e Giovanni Aprea, insieme a Fabio Falco provano a mettere a segno un agguato contro Salvatore Borriello, vicino ai Cuccaro. Raid armato che non va a segno e anzi per poco non provoca una vittima innocente di camorra. Rimane, infatti, ferita Federica Mignone, considerata estranea alle dinamiche criminali. Tre giorni dopo, il 20 aprile, i membri del gruppo di fuoco vengono tutti fermati per quel tentato omicidio.

L'ascesa dei fratelli Valda 

È l'occasione per i fratelli Valda che giovanissimi ereditano il ruolo da protagonisti nella contesa a fianco e per conto degli Aprea contro i Cuccaro che gli investigatori ritengono agli ordini di Ciro Nunzio Ronza. Si susseguono altri episodi violentissimi. Da una parte il tentato omicidio di Gaetano Cervone che ha il suocero ritenuto vicino agli Aprea. Dall'altra il tentato omicidio di Francesco Acampa ritenuto, invece, vicino ai Cuccaro. A seguire ancora una serie di stese in zone di pertinenza di entrambi le famiglie. Un ruolo di primo piano i Valda cominciano a svolgerlo in questa contesa, anche imbracciando le armi, nel 2022. O almeno da quel momento, a maggio, partono le intercettazioni dalle quali emergono indizi del loro impegno fattivo nella gestione delle attività criminali. Le indagini raccolgono conversazioni in cui si parla di estorsioni o droga ma il vero “salto di qualità” avviene il 22 luglio 2022.

Il ruolo di Luigi Valda 

È il giorno dell'agguato a Daniele Di Liberti. L'uomo viene ritenuto vicino ai Cuccaro e questa volta a scendere sul campo di battaglia è uno dei due fratelli Valda. Il più grande, Luigi, insieme a Pasquale Ventimiglia si rendono protagonisti del raid. Il fatto di sangue, però, non rimane impunito. I due autori vengono arrestati ad agosto 2022 e successivamente condannati in primo grado. Con Luigi in carcere, gli investigatori ritengono che il comando passi nelle mani del giovanissimo Francesco Pio. O almeno che si renda disponibile a fare dal tramite del fratello in carcere insieme alla nonna. Sono diverse le intercettazioni captate dal carcere in cui si rivolge a lui e alla donna per informarsi di ciò che succede all'esterno del penitenziario. Sì perché Valda aveva a disposizione un cellulare con il quale comunicava dall'interno del carcere con i suoi familiari all'esterno. Si tratta di comunicazioni costanti al punto da preoccupare anche il fratello per la loro frequenza.

Secondo l'antimafia, Luigi Valda prova a imporre il suo spessore criminale in prima persona impegnandosi nell'organizzazione del clan, nell'acquisto di armi e nelle estorsioni. Inoltre la detenzione gli dà la possibilità di tessere rapporti con membri di altre organizzazioni criminali. Si rivolge a chi vuole intimidire ricordando a quale famiglia appartiene e non esita a ricordare il suo lutto per darsi un tono criminale. È il caso delle minacce ad Antonio De Luca “accusato” di frequentazioni vicine al clan Cuccaro. In una conversazione captata ricorda a De Luca di aver avuto il “padre morto a terra” mettendolo in guardia e dicendogli di fare attenzione con chi si “schiera”, aggiungendo poi di aver una condanna “da poco” da scontare e quindi facendo capire di poter regolare di persona i conti in sospeso alla sua uscita dal carcere da qualche anno.

Francesco Pio a capo della famiglia 

La detenzione del fratello maggiore, in ogni caso, “responsabilizza” Francesco Pio che da poco maggiorenne assume lo status del capo. Nel pur breve passato criminale ha già una condanna subita da minorenne per la quale sconta un periodo di affidamento a una cooperativa sociale, la Mongolfiera di Curti in provincia di Caserta, dal 4 agosto 2021 al 22 novembre 2022. Questa restrizione non gli impedisce, però, di impegnarsi per il clan e anzi di accrescere il suo potere. Si comporta da capo e gira sempre armato. Lo fa anche quando va a fare serata o quando va con gli amici in discoteca. Secondo gli investigatori partecipa anche ad agguati e azioni intimidatorie realizzate con esplosivi.

L'omicidio Maimone

È armato anche il 20 marzo 2023 quando esce sul lungomare di Mergellina e non esita a estrarre la pistola e a sparare per intimidire i giovani del rione Traiano. I suoi spari tolgono la vita a Francesco Pio Maimone, vittima innocente e giovane completamente estraneo a logiche criminali. Il giorno dopo viene immediatamente raggiunto da un decreto di fermo per omicidio. Intorno a lui si crea una fitta rete di fiancheggiatori che provano a garantirgli l'impunità ma che nulla possono contro la rapidità delle indagini. La stessa rete che in più di un'occasione si è già prodigata per proteggere in precedenza anche il fratello Luigi e che per l'Antimafia dimostra l'operatività e la pervasività di questo nuovo gruppo criminale.

Anche per i fiancheggiatori scattano le manette ma l'“opera” di Francesco Pio non si ferma nemmeno con il carcere. Così come il fratello, utilizza un cellulare detenuto illegalmente dietro le sbarre per comunicare con l'esterno e dare disposizioni ma viene scoperto. Adesso è a processo per l'omicidio Maimone ma da ieri si aggiunge una nuova accusa che ha l'obiettivo di sancire la nascita di un nuovo gruppo criminale. Prima ancora che una sentenza passata in giudicato possa certificare l'esistenza di questo gruppo, le strade della città sono già state bagnate dal sangue di una vittima innocente di camorra per mano di uno dei suoi presunti membri.

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