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Economia

Turismo in Campania, rinascita post-Covid in dubbio: i venti di guerra rallentano le prenotazioni

Molti potenziali clienti, soprattutto statunitensi, aspettano l'evolversi della situazione in Ucraina. E intanto gli albergatori sostengono costi più alti per le materie prime

Sembrava dovesse essere la prima stagione estiva dopo due anni non martoriata dal Covid, invece quella alle porte, per il turismo in Campania, pare possa fronteggiare una nuova ragione di crisi: la guerra.

Le defezioni a pesare non saranno quelle dei russi, che pure arrivano in Costiera Sorrentina e sulle isole del Golfo, quanto quelle soprattutto della clientela di provenienza statunitense o comunque anglofona. Gli operatori guardano con preoccupazione all'incognita rappresentata da quanto sta avvenendo in Ucraina: i turisti extraeuropei associano l'intero continente senza particolari distinzioni, ed è possibile non vadano troppo per il sottile quando si dovrà trattare di evitare aree in conflitto.

Al momento le prenotazioni sono rallentate, con potenziali clienti in attesa di capire come possa evolvere lo scenario. La situazione è in divenire e gli albergatori preferiscono non fasciarsi la testa prima del dovuto e puntare piuttosto su di una comunicazione che possa rasserenare i visitatori.

Un primo concreto problema intanto c'è: energia e materie prime sono rincarate a causa del conflitto, e già stampare depliant – spiegano alcuni operatori – sta costando il doppio rispetto agli anni precedenti.

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