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Tremonti (Fratelli d'Italia) a Napoli, la ricetta dell'ex ministro di Berlusconi: "Basta bonus, meno tasse a chi assume"

Da Giulio Tremonti un attacco a Draghi e alle sue politiche economiche

Giulio Tremonti, storico ministro dell'Economia con Berlusconi e candidato a Milano con Fratelli d'Italia alle prossime elezioni, era a Napoli ospite del Cnpr Forum speciale 'Obiettivi e strategie per ridare fiducia a cittadini e imprese nell'autunno più difficile degli ultimi 50 anni' promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli Esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.

"Se vogliamo davvero aiutare imprese e famiglie a superare la delicatissima fase di crisi che stiamo attraversando bisogna prima di tutto capire bene cosa è accaduto. Una volta chiarite le cause dobbiamo essere pronti a trovare soluzioni condivise, che non saranno semplici – ha spiegato Tremonti – Il passaggio dall'austerity al whatever it takes era una tecnica giusta nel breve periodo. In forma emergenziale. È evidente che se si è continuato a stampare moneta per 10 anni, prima o poi l'inflazione sarebbe esplosa. Adesso dobbiamo immaginare una strategia tenendo presente che un'enorme quota del debito italiano si trova nelle banche, così come il risparmio delle famiglie. Una cosa simile fu fatta da Einaudi dopo la guerra. Non è tassando i patrimoni e i risparmi che si esce dall'impasse. Serve una politica autorevole che sappia parlare agli italiani convincendoli che investire nello Stato è nell'interesse di tutti. I professionisti possono svolgere un ruolo fondamentale in questo passaggio per organizzare in autonomia il futuro del Paese".

Sulla riforma fiscale l'ex ministro dell'Economia non ha dubbi: "La parola d'ordine è: semplificare. In 17 mesi di governo Draghi sono stati totalizzati 2 km e 700 mt di sviluppo lineare di legislazione. Questo non è diritto, è rovescio. Anche qui i professionisti devono essere parte dirigente, auspicando che il prossimo governo dia vita a riunioni, incontri, discussioni, raccolta di materiali per una riforma che parta dalla base per arrivare al vertice per poi tornare giù. Io ci ho provato nel 2003 con una proposta di riforma che prevedeva 5 imposte irpef, ires, iva, accise e imposta su servizi. È ora di finirla con decine di bonus che si inseguono l'un l'altro. Anche per la detassazione la ricetta è semplice. Basta prevederla per chi assume e chi investe, come prevedeva la legge che porta il mio nome. Tutte le leggi successive sono francamente incomprensibili anche per chi le ha promosse".

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