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Domenica, 28 Aprile 2024
Il provvedimento

Così la procura della Corte dei Conti cita De Luca: “Spesa inutile che poteva essere fermata”

Le carte dell'inchiesta con la quale i magistrati contabili ipotizzano un danno di quasi quattro milioni di euro per l'acquisto delle smart card durante l'emergenza Covid

Esistevano tutte le condizioni per bloccare la fornitura di smart card ed evitare un corposo danno erariale ma De Luca ha invece premuto il piede sull'acceleratore. È questa la più dura contestazione che la procura della Corte dei Conti fa al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, per il danno erariale di 3.714.900 di euro derivante dall'acquisto delle smart card durante l'emergenza Covid nel 2021. Nelle carte dell'atto di citazione, firmato dai sostituti procuratori generali Mauro Senatore e Davide Vitale, si evince chiaramente la convinzione della procura che quella spesa poteva essere evitata ma nulla è stato fatto dalla Regione Campania e dai soggetti coinvolti nella vicenda.

La ricostruzione dei fatti 

I giudici contabili ricostruiscono i fatti della tumultuosa primavera-estate del 2021, quella caratterizzata dalla campagna vaccinale e dal green pass. I magistrati ne fanno una questione di opportunità legislativa e amministrativa ritenendo che la Regione Campania sia stata protagonista di una “fuga in avanti” e di uno sconfinamento della sua competenza legislativa. La data principe nella ricostruzione dei magistrati è quella del 3 maggio 2021, giorno della stipula dell'accordo tra la Soresa, adibita alle spese mediche della Regione Campania, e la Ermes spa, società indicata per la fornitura della smart card che dovevano attestare l'avvenuta vaccinazione dei cittadini campani.

In realtà tutto comincia il 5 febbraio 2021 quando con una nota viene comunicato alla Soresa di provvedere alla ricerca di un'azienda che potesse fornire le card. Il 22 aprile, però, viene introdotto il green pass a livello nazionale sorpassando, e di fatto rendendo inutile, la decisione della Regione Campania. I giudici contabili si soffermano, infatti, sulla competenza legislativa di Palazzo Santa Lucia ritenendo che spettasse al governo nazionale e alla protezione civile prendere le decisioni in merito alle iniziative di contenimento della pandemia.

L'introduzione del green pass e l'inutilità delle smart card 

I magistrati citano, inoltre, la sentenza cardine di quel periodo della Corte Costituzionale secondo cui “La gestione dei dati che ineriscono ad una pandemia sanitaria globale trascende nettamente il respiro della sfera decentrata, per esigere, invece, una uniforme disciplina statale”. Sono due quindi i cardini legislativi: da una parte le scelte strategiche di contenimento della pandemia e dall'altra la gestione della privacy dei cittadini. Andando avanti nella ricostruzione della procura, nonostante l'introduzione del green pass, circa dieci giorni dopo, il 3 maggio 2021 la centrale di committenza regionale Soresa stipula un accordo quadro per la fornitura e la distribuzione delle card con un fornitore privato, la Ermes spa.

Secondo i magistrati contabili è in questo momento che De Luca e la Regione devono fermarsi valutando che la spesa può essere inutile visto che è intervenuto uno strumento nazionale sostanzialmente uguale e ritenuto “principe”. Invece arriva l'iniziativa che più di tutte viene stigmatizzata dalla procura che la definisce “fuga in avanti”. Con due ordinanze del 6 maggio 2021 e del 6 agosto 2021, De Luca spinge “sull'acceleratore della completa esecuzione della fornitura e quindi nella perseverazione della concretizzazione di una spesa totalmente inutile. Alla fine, i costi sostenuti dalle casse regionali per l’acquisto di uno strumento – ex ante inutile e privo di effettiva pubblicistica funzionalizzazione - sono stati pari a € 3.714.900,00, che sarebbero stati anche maggiori, senza l’iniziativa di questa Procura, il cui solo intervento istruttorio, ha interrotto il flusso tra ordinativi-forniture pagamenti innescato come una dirompente – per le casse pubbliche – reazione a catena”. I magistrati ritengono che se non fossero intervenuti con l'inizio dell'istruttoria la spesa sarebbe potuta anche lievitare.

“La spesa poteva essere fermata”

Il problema della condotta della Regione, secondo la procura della Corte dei Conti, è anche il fatto che non ci sia stato nessun ravvedimento operoso da parte degli uffici regionali. È in questo momento storico che a parere dei magistrati il committente si sarebbe dovuto fermare interrompendo la fornitura e bloccando il contratto “senza alcun aggravio di spese”. Si sarebbe potuto ricorrere o all'annullamento del provvedimento dell'Unità di crisi del 5 febbraio o all'attivazione da parte della Soresa delle “clausole contrattuali di risoluzione o recesso, medesimo potere di ordinanza, adottato invece in senso diametralmente opposto per spingere sull’acceleratore della fornitura”.

Il “maxi ordinativo” 

Invece, oltre all'accelerazione di De Luca, il 9 giugno 2021, Soresa fa un maxi-ordinativo di 2.800.000 card “tutto di getto” oltre all'emissione di 19 fatture da parte del committente. Nessuno dei soggetti in campo si sarebbe preoccupato della “perdurante utilità della fornitura”. Stigmatizzata dalla procura anche la dichiarazione della Regione secondo cui alla data del 6 maggio fossero già state realizzate 250mila card e che erano in consegna. I magistrati definiscono “spudoratamente falsa, come dimostrato dalla incontrovertibile attività ricostruttiva della Guardia di finanza”. I militari hanno, infatti, dimostrato che il primo lotto di card viene consegnato tra il 24 e il 28 maggio 2021.

In conclusione la procura scrive nero su bianco che “la stipula di un contratto di fornitura di smart cards e di dare ad esso piena e totale esecuzione, è apparsa un’iniziativa palesemente priva di un fondamento normativo nonché - per come le vicende acquisitive si sono effettivamente dipanate - già in via previsionale individuabile (o meglio stigmatizzabile) come non portatrice di alcuna possibile concreta utilità, ma piuttosto foriera di un assoluto spreco di risorse”.

Quanto dovrebbero versare i citati in giudizio

Risorse che i magistrati adesso chiedono in quota parte a sei soggetti. Al presidente De Luca e a Massimo Bisogno vengono richiesti 928.725 euro, pari al 25% della spesa. A Italo Giulivo vengono richiesti 742.980, pari al 20% della spesa. Infine a Ugo Trama, Antonio Postiglione e Roberta Santaniello vengono richiesti 371.490, pari al 10%. I soggetti coinvolti vengono citati o per condotte attuative od omissive. Spetterà al giudizio stabilire se si poteva agire diversamente o se Palazzo Santa Lucia non potesse più tornare sui propri passi.

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