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Salute

Covid-19, decessi "con" e decessi "per": cosa dicono i dati

I risultati dello studio realizzato da un centro di elaborazione dati in base ai numeri ufficiali di queste settimane

I numeri dei decessi nelle regioni più bersagliate dal Coronavirus risultano, in particolare nell'ultima settimana di marzo, del tutto fuori scala rispetto al passato: è il risultato dell'analisi dei dati di fonte Istat, Protezione Civile e Istituto Superiore di Sanità effettuata dal Centro Studi Nebo, dal 1990 attivo nel capo dell'analisi ed elaborazione dati.

Ormai sappiamo tutti che fra le persone morte positive a Covid-19 vi è un’elevata frequenza di alcune patologie preesistenti, in particolare cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, ictus, ipertensione arteriosa, diabete mellito, demenza, broncopneumopatia cronica ostruttiva, cancro, epatopatia cronica, insufficienza renale cronica. A partire da queste comorbidità, e limitando l’approfondimento alle persone decedute di età superiore ai 50 anni, ovvero la soglia oltre la quale si concentra il 99% dei decessi di pazienti con Covid19, il Centro Studi Nebo ha elaborato i dati di mortalità.

 "Se la Covid19 fosse “solo” una causa secondaria sarebbe ragionevole attendersi anche per il 2020 un numero di decessi non lontano dall’andamento che negli ultimi anni hanno manifestato le malattie rilevate come comorbidità dall’ISS - continua il comunicato di Nebo - in quest’ultima settimana, invece, per la Regione Lombardia, i decessi di persone positive al Coronavirus sono ben oltre il doppio delle morti avvenute in media nei cinque anni precedenti nella stessa settimana per le comorbidità. La distanza tra i decessi effettivi e quelli attesi di questo scorcio d’anno è in realtà ancora maggiore se si pensa che i deceduti con Covid19 rappresentano solo una parte dei decessi avvenuti in questo periodo, ai quali andrebbero quindi aggiunti i morti non positivi per il Coronavirus e quelli per i quali non sia stata accertata l’eventuale positività". Nebo parla quindi di "una straordinaria supermortalità legata alla Covid19, che peraltro va oltre quella stimabile col solo dato dei decessi segnalato dalla Protezione Civile, numero ragionevolmente sottostimato secondo le prime analisi condotte a livello locale su specifici territori".

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