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Venerdì, 26 Aprile 2024
Teatro

Ciak, si gira! Brachetti racconta la settima arte

Al Teatro Bellini il suo nuovo lavoro. L'Artista propone la meraviglia degli effetti speciali e le magie del cinema in uno spettacolo dal vivo. Oltre sessanta i personaggi da lui interpretati

Il cinema sulle assi di un palcoscenico. È l’ultimo esperimento di Arturo Brachetti, un viaggio che lo vede interpretare in questi giorni al Teatro Bellini il meglio delle pellicole a livello mondiale.

In Brachetti, ciak si gira!, l'Artista gioca e sa come farlo lasciando a bocca aperta i presenti. Lo fa con il pubblico, con se stesso. Talvolta basta la semplicità di un cappello, il cappello del nonno, per trasformarsi in numerosi personaggi.

Ma Arturo non cambia solo abiti, parrucche e accessori. Sono personalità diverse a vivere e sopravvivere regalando una sorprendente immediatezza in sala. Un percorso che si snoda intorno al racconto autobiografico di un amore - quello per il cinema - cresciuto nel tempo.

C’è l'omaggio al museo del cinema appunto, con una galleria di personaggi di film horror, il giocare con le ombre cinesi ("il più antico cartone animato del mondo"), un baule con all’interno il ricordo di Lon Chaney, il grande attore trasformista di inizio secolo, l'uomo dai mille volti che poteva andare per strada senza essere riconosciuto. E, alla chiusura del primo atto, il commovente omaggio a Fellini e ai suoi personaggi. In primis, la moglie Giulietta Masina che prende vita proprio dal corpo del suo amato.

Più asciutta la seconda tranche con il cinema hollywoodiano d'ogni tempo: Chaplin tra la neve, il fascinoso 007 Goldfinger, ET, il pirata dei Caraibi, Mosè con le tavole della legge, Cabaret, Psyco, Gene Kelly che canta sotto la pioggia, Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in Casablanca, King Kong, una strepitosa Carmen Miranda con i seni che si muovono al ritmo di musica, Harry Potter, Frankenstein ed Esther Williams che si solleva e nuota in aria.

Lo spettacolo scivola via fino al suo ultimo cambio d’abito. Elegantissimo, d’un bianco candido. Dalle poltrone rosse, gli applausi. Catturati e stupiti come solo un bambino potrebbe essere. D’altronde con Brachetti si torna deliziosamente piccoli nel continuo meravigliarsi delle sue trasformazioni. Un aspetto quanto mai necessario, soprattutto oggi che ci sembra così difficile, talvolta, anche solo provare a sognare.

[Photo: Paolo Ranzani]

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